Da Pasolini a Brass, Venezia omaggia i registi più controversi

Due documentari al Lido raccontano l'arte di due autori scomodi: "Profezia", sull'Africa di Pasolini, e "Istintobrass" sul regista più erotico d'Italia

Pier Paolo Pasolini e Tinto Brass, due registi che paiono inconciliabili artisticamente ma che invece rappresentano i lati meno concilianti e più controversi del cinema italiano. Due registi che la 70^ Mostra del Cinema di Venezia ha omaggiato con due documentari presentati nella sezione Venezia classici – Documentari: il primo è Profezia – L’Africa di Pasolini di Gianni Borgna ed Enrico Menduni, il secondo è Istintobrass di Massimiliano Zanin. 

Borgna e Menduni si concentrano in particolare sull’amore di Pasolini per il continente nero, per la genuinità, la poesia delle persone, ma anche per le possibilità plastiche dei luoghi, che il regista friulano testimoniò con Edipo re e Appunti per un’Orestiade africana, in scritti come Rabbia e nei progetti preparatori del Vangelo secondo Matteo, ma anche nella corrispondenza con Sartre: un percorso meno conosciuto nei meandri di uno dei massimi talenti italiani. Zanin invece ripercorre l’intera carriera del Tinto nazionale, dagli inizi avanguardistici all’esplosione come autore erotico, passando per le donne che ha lanciato come Serena Grandi e i critici e i registi che lo hanno amato in un omaggio sentito al regista che sviscerando le passioni sessuali del Belpaese ha fatto scandalo dissolvendo il binomio Eros e Thanatos, come se la felicità fosse un tabù.

EMANUELE RAUCO