Comic Movie

Film corale ad episodi diretti da altrettanti registi e targato Farrelly. "Movie 43" in originale, uscito quasi un anno fa negli Stati Uniti, arriva anche da noi ribattezzato "Comic Movie", nella speranza di incuriosire ed attirare il pubblico richiamato dalla presenza di un cast stellare.

Guardando il manifesto di Comic Movie troneggiare sulle assolate vie della città in questi ultimi scampoli d’estate, visto il titolo verrebbe subito in mente l’ennesimo film demenziale parodia di chissà quale genere cinematografico: dopo Scary Movie, abbiamo avuto i vari Hot Movie, Epic Movie, Disaster Movie, e chi più ne ha più ne metta. Ci si avvicina alla locandina per vedere qual è il blockbuster di turno ad essere preso di mira stavolta, e con grande sorpresa e un pizzico di perplessità, invece del solito cast di sconosciuti o star in declino che interpretano se stessi tipiche di queste produzioni, notiamo stupiti e perplessi, ma ammettiamolo anche curiosi, un cast stellare di primissimo ordine, da Kate Winslet a Hugh Jackman, da Naomi Watts a Richard Gere, passando per Emma Stone, Halle Berry e Uma Thurman, e non finisce qui. “La più grande commedia di tutti i tempi“, “il cast più importante mai visto in un solo film“, strombazzano gli slogan. Sbirciamo più attentamente per vedere dove siano il trucco e la fregatura, e tra i crediti notiamo il nome di Peter Farrelly e Charles Wessler, la premiata ditta di produttori dei vari Tutti Pazzi per Mary, Scemo e più scemo, Amore a prima svista, fino al recente Libera Uscita: questo ci chiarisce un po’ le cose, evidentemente nonostante i recenti flop, il nome Farrelly grazie ai successi e ai consensi degli esordi, gode ancora di credito tale da convincere numerose star a prestarsi a progetti dalla premesse folli ed improbabili.

Evidentemente un film a episodi, visto il numero di registi accreditati, tra cui lo stesso Peter Farrelly, ma troviamo anche altri nomi noti come Griffin Dunne o Brett Ratner. Politicamente scorretto, oltraggioso, demenziale, parodia d’autore con grandi star dunque, pensiamo una volta guardato il manifesto, quindi pubblico incuriosito e dunque “vedere per credere”. Questo avranno pensato i distributori, se hanno deciso di fare uscire al cinema, invece che magari direttamente in DVD, questo Comic Movie, oramai a quasi un anno di distanza dall’uscita negli Stati Uniti, dove, oltre ai magri incassi, è stato accolto in maniera terrificante dalla critica, ottenendo dei rating ai minimi storici su tutti i siti di movie reviews, compreso un impietoso e lapidario 4% su Rotten Tomatoes, al punto che in rete è cominciata a circolare la voce che lo definisce in alcuni casi il peggior film della storia.

Addirittura i più maligni dicono che la sola esistenza in questo film avrebbe all’epoca azzerato le eventuali possibilità di vittoria agli imminenti Oscar per Hugh Jackman e Naomi Watts. Per esserci ci sono tutti gli attori in cartellone, in questo diciamo che la fregatura non c’è. Semmai la presenza di ognuno nei vari episodi è talmente fugace che nessuno fa in tempo a rovinarsi la reputazione. Una serie di sketch, diretti dal altrettanti registi, senza assolutamente nessun filo logico in comune. Un appuntamento galante tra Winslet e Jackman dove si scopre come mai l’uomo più figo della città sia ancora single. Schrieber e Watts sono una coppia di genitori che educa il figlio in casa facendogli vivere a scopo formativo gioie e dolori dei tempi del liceo. Chloe Moretz ha le sue cose per la prima volta a casa del suo ragazzo con il padre e il fratello Christopher Mintz-Plasse, che fanno a gara a chi gestisce peggio la cosa ma soprattutto a chi è più deficiente. Halle Berry e Stephen Merchant hanno un primo appuntamento al buio e si sfidano allegramente in una gara a chi fa la cosa più demente. Richard Gere è il presidente di una società che vende e produce, l’ìBabe, un lettore musicale a forma di donna nuda, che crea problemi perché gli adolescenti lo usano i maniera diciamo impropria. Sean William Scott e Johnny Knoxville rapiscono e malmenano un lepricano irlandese interpretato da Gerard Butler per rubargli la pentola d’oro. E tanta altra roba così, tanti altri sketch tutti sui generi.

Quindi non c’è una trama e non c’è una storia, l’episodio di raccordo con i ragazzini nerd che cercano il fantomatico Movie 43 su internet e scialbo e trascurabile: non c’è un’idea d’insieme, ma il presunto divertimento evidentemente dovrebbe risiedere nelle gag dei vari episodi. Oltraggioso oltre ogni limite, surreale, politicamente scorretto, assurdo, tutti epiteti che potremmo sforzarci di attribuire al film, ma sarebbe forse conferirgli un’enfasi eccessiva che in effetti non merita. Volendo trovare qualcosa degno di nota, oltre a un estemporaneo spot del Tampax “a prova di goccia“, c’è l’episodio con Naomi Watts e Liev Schrieber, genitori che fanno rivivere in casa i traumi del liceo al figlio, che ha un che di perverso e può essere divertente nella sua follia, come il coach Terrence Howard che sbotta con la sua squadra di basket di colore terrorizzata dagli avversari bianchi alti la metà di loro. Poi se si ha il senso dell’umorismo di un ragazzino di dieci anni (il che non è sempre necessariamente un male) anche la fesseria dello speed date tra supereroi, con Batman che guarda le mutande di Supergirl commentando saporitamente, magari può far ridere qualcuno, come qualche vecchia barzelletta sporca dei tempi della scuola. Insomma, con tutta la buona volontà, anche senza volersi accanire e al di là del facile moralismo, la quasi totalità del film è composta da una serie di situazioni semplicemente piuttosto banali, dove grottesco o scorretto di per sé non fanno sempre rima con comico e divertente, quindi nell’insieme il tutto è piuttosto inutile e imbarazzante, confezionato purtroppo male (il che penalizza anche i pochi spunti divertenti) e per lo più noioso.

Alessandro Antinori per Movieplayer.it