Ettore Scola e Federico Fellini, un’amicizia divenuta un film

Presentato fuori concorso a Venezia, Che strano chiamarsi Federico, l'omaggio di Scola al grande maestro riminese che ha commosso Napolitano.

Ettore Scola è riuscito a far piangere il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato infatti era presente alla prima di Che strano chiamarsi Federico, il film-omaggio con cui il regista campano ha celebrato i 20 anni dalla morte dell’amico fraterno Federico Fellini. Un film che non è né un documentario né un film di finzione, ma una ricostruzione dal sapore teatrale, tutta dentro il mitico Teatro 5 di Cinecittà, per raccontare l’arte di un genio attraverso l’amicizia con lo stesso Scola, nata tra le pagine del Marc’Aurelio e proseguita fino a quell’agosto del ’93.

Scola, insignito anche del premio Jaeger – LeCoultre Glory to the Filmaker consegnato prima della proiezione in sala Grande, ha preso materiali d’archivio video (il girato e i provini) e audio (le interviste), i disegni e le note e le ha integrate in ricostruzione tra memoria e palcoscenico che restituiscono la tenera sincerità di un’amicizia che è stato anche percorso artistico, culminato col cameo di Fellini come se stesso nel capolavoro di Scola C’eravamo tanto amati. E vicino al lato umano c’è anche quello artistico con Scola che racconta anche il cinema, il genio e l’ispirazione di Fellini chiudendo il film come 8 e 1/2, mettendo al posto dei personaggi, e sulle musiche di Nino Rota, le immagine più significative del suo cinema. Il miglior ricordo possibile, salutato da calore, applausi e lacrime presidenziali.

EMANUELE RAUCO