Guiraudie e il lato oscuro del desiderio

Il regista Alain Guiraudie a Roma presenta Lo sconosciuto del lago, noir erotico premiato al festival di Cannes.
Intervista ad Alan Guiraudie a cura di Emanuele Rauco

Di solito un premio in un grande festival aiuta la distribuzione di un film nelle sale. Ma certo deve essere complicato per Teodora Film distribuire un film problematico come Lo sconosciuto del lago, opera di Alain Guiraudie premiata per la miglior regia al Certain Regard del recente festival di Cannes: la storia è quella di una comunità gay che si ritrova sulle sponde di un lago per rimorchiare e darsi al sesso occasionale. Franck è un frequentatore del lago, che si prende una cotta per Michel: ma quando lo vede annegare il suo compagno, la situazione cambierà.

Guiraudie, al 4° lungometraggio, mette in scena la pratica del cruising, o battuage (ossia girovagare in un luogo in cerca di incontri erotici) partendo dalla propria esperienza e si avvale di un intreccio noir dalle venature hitchcockiane per raccontare il lato oscuro del desiderio, la crisi di un modo di vivere la sessualità. Lo fa in modo frontale e radicale, sfidando lo spettatore in un gioco ai limiti dell’oscenità, ma onesto nel mostrare la nudità e il sesso non simulato per costruire i personaggi, interpretati con grande naturalezza da attori poco noti o semi-professionisti. Chiaro che le polemiche non mancheranno, da chi lo accuserà di pornografia o da chi – come accaduto durante la conferenza stampa di presentazione – gli imputerà di essere contro l’omosessualità per la sua rappresentazione schietta fino alla durezza. Critiche alle quali Guiraudie ha risposto con concretezza e serietà, rimandando al film come uno sguardo su una precisa realtà e che comunque va oltre la rappresentazione omosessuale per diventare un racconto universale.

EMANUELE RAUCO