Popoli: furto di tempo e anime

Il lato sinistro del volto di Marcin Bortkiewicz, in concorso internazionale al Festival dei popoli, cattura il tempo sospeso - ricco di riflessioni - nell'attesa dello scatto di una foto in bianco e nero.
Intervista a Marcin Borkiewicz a cura di Giovanna Barreca

Come scriveva Maurizio Porro, Krzysztof Kieslowski fu un grande regista dell’anima: “Dai suoi film abbiamo imparato che dietro ogni finestra c’è una storia: da osservare, da analizzare, da rispettare”. All’interno di un festival omaggio all’autore in Polonia, il giovane Marcin Bortkiewicz ha incontrato un fotografo molto particolare che girava il paese per ritrarre il lato sinistro di uomini, donne, bambini, con la promessa di ritornare – a distanza di dieci anni – per ritrarre il lato destro. Così Marcin ha deciso di seguirlo e al Festival dei Popoli, presenta un raffinato cortometraggio chiamato proprio Il lato sinistro del volto, vero furto discreto di anime, pensieri, parole emozioni, immortalate da una vecchia macchina fotografica e dall’occhio della macchina da presa che entra nell’obiettivo del dispositivo fotografico. Omaggio anche al maestro Kieslowski che in tutti i suoi film (ricordiamo solo Decalogo, Film blu, Film Rosso, Film Bianco, cercò di penetrare nell’inconscio altrui. Inoltre Il lato sinistro del volto risulta essere uno specchio che si riflette nel mezzo cinema e nello sguardo degli intervistati che, nell’attesa dello scatto, lasciano libero sfogo ai loro pensieri sul futuro, sul tempo con un’autenticità disarmante.
Un cortometraggio in bianco e nero, uno dei lavori più intensi dell’edizione numero 54 del festival fiorentino.

GIOVANNA BARRECA