Popoli: la tragedia del Moby Prince

Manfredi Lucibello in Panorama al Festival dei Popoli, presenta 140 - La strage dimenticata, un'indagine su una vergogna nazionale, dimenticata per anni.
Intervista a Manfredi Lucibello a cura di Giovanna Barreca

Erano le 22 del 10 aprile 1991, la nazionale di calcio giocava e le strade delle nostre città erano deserte. La prua del traghetto Moby Prince penetra nella fiancata della petroliera Agip Abruzzo, fora la cisterna contenente iranian light. Un fiume di combustibile si riversa sul traghetto che prende fuoco, un inferno di fuoco che porta alla morte di 140 passeggeri, con un solo superstite: Alessio Bertrand. Manfredi Lucibello al Festival dei Popoli, nella sezione Panorama, presenta 140 la strage dimenticata. L’autore che nel 1991 aveva solo 7 anni, oggi – attraverso un intenso lavoro tra i materiali d’archivio, spinto dalla volontà di dar voce a chi da ormai più di vent’anni cerca verità e giustizia – ci regala un’indagine che tiene conto di tutte le teorie, di tutte le voci che hanno cercato di raccontare la tragedia ancora avvolta nella nebbia. Si parlò di nebbia per giustificare l’incidente anche se l’avvisatore marittimo (la “torre di controllo” del porto) riportava la seguente nota: “Condimeteo alle 22,27: cielo sereno, mare calmo, vento da Sud (160°), 2/3 nodi, visibilità 5/6 miglia” (marine, ossia 8-10 chilometri). Poi di colpe del comandante, poi di personale intento a seguire la partita di calcio, di soccorsi arrivati in ritardo, di movimenti militari sospetti con navi americane e francesi, ecc. Tante teorie. Dal 1991 ad oggi diversi processi, diverse sentenze, diversi documenti scomparsi, diverse scoperte susseguitesi nel tempo ma ancora non esiste una spiegazione sull’accaduto.
Il documentario inizia utilizzando immagini a campo lungo del porto di Livorno oggi, in una tranquilla notte probabilmente simile a quella del 10 aprile 1991 e sovrappone le registrazioni delle conversazioni radio di quella terribile notte, dove è percebile il peso dell’assenza della Moby Prince che non comunicò mai nè col porto nè con i soccorritori. Un silenzio che porta il peso di 140 persone che cercano ancora giustizia oggi.

GIOVANNA BARRECA