La sconfitta del cinema nell’esordio di Giuseppe Marco Albano

Albano esordisce nel lungometraggio con Una domenica notte, commedia che racconta i travagli di un cineasta
Intervista a Giuseppe Marco Albano a cura di Emanuele Rauco
Intervista a Antonio Andrisani a cura di Emanuele Rauco

Il mondo del cinema e dei cineasti indipendenti permea l’esordio nel lungometraggio di Giuseppe Marco Albano, regista premiato per i suoi cortometraggi, che arriva nelle sale con Una domenica notte, distribuito da Distribuzione Indipendente, e presentato oggi alla stampa. Il film racconta infatti le vicende di Antonio, sfortunato regista appassionato di horror che cerca di realizzare il suo 2° film in Basilicata, fronteggiando difficoltà politiche ed economiche, ma soprattutto personali e private.
Scritto dal protagonista Antonio Andrisani, Una domenica notte è una commedia tra il satirico e il malinconico che ritrae le difficoltà – in parte evidentemente autobiografiche – che si trova di fronte chi vorrebbe fare cinema indipendente e di genere, partendo da Boris, l’irresistibile serie con Pannofino, e arrivando però ad ampliare lo sguardo raccontando un uomo, le proprie sconfitte, i limiti di una società e di una cultura, ma anche di un uomo specchio fedele del proprio luogo d’origine. Albano sceglie di lasciar perdere il vittimismo di molte opere italiane ambientate nel mondo della cultura o nel precariato concentrandosi su toni più lunari, mescolando tratti tipici della commedia all’italiana e sprazzi surreali che Andrisani dosa interagendo con un cast variegato e con nomi noti come Ernesto Mahieux e Claudia Zanella. Un film – che vede la partecipazione in colonna sonora di Brunori SAS, di cui un brano dà il titolo al film – che denuncia una condizione, ma che sa anche guardare oltre l’ombelico dei cinematografari.

EMANUELE RAUCO