La Grande polemica per il film in tv di Sorrentino

Esercenti contro Canale 5, che il prossimo 4 marzo trasmetterà in prima serata "La Grande Bellezza". Troppo presto si rischia di non fargli incassare al cinema quanto ancora potrebbe.

Con riferimento all’annunciata programmazione su Canale 5, il prossimo 4 marzo, del film La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, l’Anec, associazione nazionale esercenti cinema, insieme agli esercenti dell’Anem, della Fice e dell’Acec, non può non sottolineare come la scelta editoriale del Gruppo Fininvest rischi di penalizzare l’ulteriore sfruttamento dell’opera all’interno della filiera audiovisiva.
Il film di Sorrentino è uscito lo scorso maggio e, al pari di altri film candidati all’Oscar nel frattempo distribuiti in home video, ha avuto un primo sfruttamento in streaming lo scorso gennaio sulla piattaforma Infinity. La trasmissione in free tv è annunciata soltanto due giorni dopo la serata degli Oscar, che vede il film tra i favoriti nella categoria del film in lingua straniera, ultimo traguardo dopo i premi EFA (incluso miglior film europeo dell’anno), il Golden Globe e il Bafta britannico come miglior film straniero.
“Un indubbio valore promozionale per la serata televisiva – afferma Lionello Cerri, presidente dell’Anec – che rischia tuttavia di tradursi in una forte attenuazione del potenziale cinematografico, e non solo, del film, oltre a stravolgere la prassi che vede approdare alla tv generalista un’opera cinematografica a circa 24 mesi dalla prima uscita in sala, dopo lo sfruttamento in home video, in video on demand, pay per view e pay tv”.
Il film, aggiunge Carlo Bernaschi, presidente dell’Anem, “ha già incassato oltre 7 milioni di euro ma si avvia a diventare un successo longevo, considerando inoltre che concorrerà ai David di Donatello che saranno assegnati ai primi di giugno”.
Mentre si sta sviluppando il segmento legale del Video on Demand, con nuove piattaforme d’offerta di opere cinematografiche e audiovisive su Internet, le associazioni sottolineano la necessità di valorizzare tutti i canali della filiera senza ribaltare la cronologia dei media, una catena del valore la cui esistenza si traduce in una garanzia per tutti gli operatori dell’industria.