Metafora sui social network al Ca’ Foscari Short

Un piccolo mondo incapace di relazionarsi con quello reale in Disattivare della regista israeliana Adi Segal in concorso internazionale.
Intervista ad Adi Segal a cura di Giovanna Barreca

Dal titolo Disattivare è già chiaro il riferimento al mondo dei social network che la regista israelaiana Adi Segal, in concorso al Ca’ Foscari Shorti Film Festival, indaga in maniera ironica attraverso la storia di una giovane impiegata. In un tempo virtuale che non ha più legami e i rapporti sono tra faccia-schermo e non più “occhi-occhi”, una giovane donna vaga per la città senza instaurare nessun contatto diretto con altro essere umano; le poche frasi presenti nel corto sono lette su post (“Il contatto sociale è una forma di lavoro”) e i colori che si mischiano e spesso sono in contrasto, ci raccontano metaforicamente quel mondo asettico ma vivo, sempre connesso. E i petali, i pezzetti di carta sono la parte di noi che disseminiamo in rete raccontando agli altri le nostre piccole amenità quotidiane.
Va apprezzata la scelta di non affidarsi ad una narrazione tradizionale, di utilizzare al meglio diversi elementi filmici come la musica e il cromatismo di colori spesso esasperati ma forse potevano essere creati diversi piani narrativi perchè anche questo è un elemento che riconosciamo alla rete che tutto fagogita.
Tanti sono gli studi socio-antopologici sul fenomeno della comunità della rete e quando nel corto della regista Adi Segal, proveniente dalla Besalel Academy of Arts and Design Jerusalem, fa passare dei minuti al suo personaggio che giocando con la sabbia porta in superficie delle sfere trasparenti, cogliamo un profondo senso di nostalgia.

GIOVANNA BARRECA