Luis Bacalov, Maestro tra i ragazzi del BIF&ST

Il premio Oscar Bacalov ha incontrato il pubblico e le scuole di Bari in una lezione di cinema e per la consegna del Premio Fellini. L'intervista al Maestro
Intervista a Luis Bacalov a cura di Emanuele Rauco

E’ uno tra i più importanti, amati, citati compositori di musica per film del dopo guerra Luis Bacalov, un patrimonio del cinema italiano e internazionale suonato ancora oggi. Un Maestro in ogni senso, vincitore dell’Oscar per la musica del Postino,  che a Bari, al BIF&ST 2014 ha incontrato il pubblico e i ragazzi delle scuole per una lezione di cinema che anticipa il premio Federico Fellini (regista per cui ha composto La città delle donne) che gli è stato consegnato ieri sera. “Ogni film è un’avventura, anche se li fai con lo stesso regista, con uno che conosci da anni, perché ci si evolve, si cambia, cambia il modo in cui lavoriamo”. Per Bacalov c’è un solo vero metodo per affrontare la musica per film: “Chiedersi cosa il regista si aspetta dalla musica, cosa vuole esprimere, come si può migliorare ogni scena. Io ho sempre cercato di collaborare direttamente con i registi, certo con i melomani è più facile capire cosa vogliono, ma instaurare il giusto rapporto dialettico, fa ottenere più facilmente l’emozione”.
Il compositore, come ogni artista, ha un afflato personale, la voglia di creare la migliore musica possibile, ma in un film è un’altra cosa secondo Bacalov, perché “bisogna tenere a bada il narcisismo estetico che è in ognuno di noi, non bisogna usare il film per se stessi, ma bisogna rendere conto al film, più che al regista o al produttore”. Negli ultimi, l’impegno del compositore si è diradato, ma non a causa dell’età: “Innanzitutto in Italia si fanno meno film e quindi è più facile lavorare all’estero o rifiutare i brutti film che mi arrivano, ma soprattutto i registi più giovani fanno fatica a collaborare con persone più anziane come me o Morricone: per una questione di sensibilità artistiche diverse, ma anche perché non è facile dire di no a qualcuno che fa questo lavoro da 50 anni e chi si può vedere con deferenza e soggezione. Li capisco, ed è giusto che lavorino a loro agio, con compositori più giovani e magri più malleabili”.

La carriera di Bacalov, oltre alle 152 colonne sonore composte dal 1954, è costellata da composizioni per orchestra, concerti, canzoni: qual è la principale differenza nel comporre musica da film con la musica in generale? “Innanzitutto non c’è un discorso musicale come in una sonata o una sinfonia, ma la musica per film deve partire da una singola idea per ogni singola scena e andare fino in fondo, abbandonando i modelli di Bach o Beethoven; bisogna che la musica si crei il proprio spazio nella scena, senza invadere quello dei dialoghi o dell’immagine stessa, perché il cinema è il primato dell’immagine, non della musica; e poi avere coraggio, sperimentare, fare accettare anche i tipi di composizioni più estreme e radicali, come la musica atonale o dodecafonica, che risultano come un calcio negli stinchi per l’ascoltatore ma che in un film possono accompagnarlo dentro le loro emozioni”.

EMANUELE RAUCO