Giraffada

Film dal respiro internazionale e dai toni favolistici, "Giraffada" intrattiene, diverte e intenerisce per la grazia e per la delicatezza e l'originalità con cui riesce a trattare temi difficili come la guerra e l'elaborazione del lutto.

Yacine vive con il figlioletto Ziad in Palestina e fa il veterinario nell’unico zoo rimasto attivo situato vicino al muro che li separa dai coloni israeliani. La moglie di Yacine è morta di parto e Ziad si è rifugiato nel rapporto simbiotico che ha instaurato con le giraffe Rita e Brownie, un maschio e una femmina che vivono nel giardino zoologico. Una sera, durante una festa di compleanno organizzata allo zoo, succede l’irreparabile: spaventato dalle esplosioni di un raid aereo nei pressi del muro, Brownie si ferisce gravemente e muore senza che il dottor Yacine possa fare nulla. Ziad è disperato per la perdita di uno dei suoi amici dal collo lunghissimo e anche Rita cade in depressione afflitta dalla mancanza del suo compagno. Dal giorno successivo al bombardamento la giraffa inizia a rifiutare il cibo fino a deperire talmente tanto da mettere in pericolo la sua vita. Quando Yacine capisce che Rita in realtà è incinta ma che si sta lasciando morire, non gli rimane altra soluzione che cercarle un altro compagno. L’unica possibilità è chiedere aiuto al suo collega israeliano Yohav che lavora nello zoo di Tel Aviv. Dopo l’iniziale reticenza dell’amico inizia la fase più difficile: la progettazione del trasporto di Romeo dall’altra parte del muro a bordo di un rimorchio, non certo la soluzione migliore per tentare di passare inosservati. Ad aiutare padre e figlio sarà Laura, una fotografa di origini italiane ospite dello zoo e affascinata dal bel dottore, che si offre di guidare la missione impossibile di ‘rubare’ Romeo nel pieno della notte e portarlo il più velocemente possibile da Rita. Dopo una serie interminabile di vicissitudini i tre riescono allo zoo insieme alla nuova giraffa, ma il prezzo da pagare sarà molto alto.

Un po’ d’Italia
Frutto di una co-produzione tra Francia, Germania e Italia, quest’ultima rappresentata dalla Lumière & Co. di Lionello Cerri, Giraffada è il lungometraggio d’esordio del giovane regista francese di origine palestinese Rani Massalha che, nella realizzazione di questo piccolo film per adulti e bambini, si è ispirato ad un fatto realmente accaduto nel giardino zoologico di Qalqilya, cittadina agricola della Cisgiordania, in cui nel 2002 un maschio di giraffa ha perso la vita per lo spavento durante un raid aereo. Distribuito a maggio nelle sale italiane da Visionaria, Giraffada è un altro piccolo miracolo del Bif&st; 2014 che l’ha selezionato in anteprima per il concorso nella categoria Panorama Internazionale.

Un cast internazionale
Assistente alla regia di Rachid Bouchareb e vincitore Premio Speciale Unifrance a Cannes con il cortometraggio Elvis di Nazareth, Rani Massalha ha studiato in Francia ed è anche autore del soggetto originale. Nel ruolo del veterinario troviamo Saleh Bakri, uno dei più famosi attori di origine palestinese già noto da noi per il suo ruolo da protagonista in Salvo di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza mentre nel ruolo di Ziad il regista ha scritturato il figlio di suo cugino, il piccolo Ahmed Bayatra. Rappresentanti francesi l’attrice Laure de Clermont-Tonnerre, nel ruolo della fotografa, e l’attore di origini marocchine Roschdy Zem, vincitore della Palma d’Oro a Cannes con Days of Glory – Indigènes per la migliore interpretazione maschile. La star del film rimane però chiaramente lei, la giraffa Shakira che in tutta la sua bellezza ci accompagna col suo fare mellifluo e sinuoso in un fiabesco viaggio verso l’amore, presa in prestito dalla produzione da un circo itinerante tedesco.

Vite in trappola
Nessuno di noi ha mai dimenticato la scena di apertura di Underground in cui Emir Kusturica ci mostrava, in tutta la sua crudeltà, il bombardamento dello zoo di Belgrado con le toccanti immagini degli animali storditi che vagavano terrorizzati tra le macerie. In Giraffada tutto questo non c’è ma di fondo l’idea è la stessa: mostrare gli orrori e le assurdità della guerra dal punto di vista di creature innocenti e indifese, incapaci di fuggire, di capire cosa accade e di mettersi al riparo. Lo zoo a rappresentare anche la chiusura, la costrizione del popolo palestinese all’interno di un territorio, confinato in una terra contesa e costretto, pur di sopravvivere, ad una quotidianità senza libertà. Gli occhioni spauriti e sinceri del piccolo Ziad somigliano molto a quelli di Rita, Romeo e Brownie, quegli strani animali dal collo lungo capaci di guardare le umane miserie dall’alto e che sembrano nascere come uno strano “mix tra cammello e leopardo“. Film dal respiro internazionale e dai toni favolistici, Giraffada intrattiene, diverte e intenerisce per la grazia e per la delicatezza e l’originalità con cui riesce a trattare temi difficili come la guerra e l’elaborazione del lutto nonostante gli evidenti limiti di budget abbiano costretto l’esordiente regista ad usare qualche escamotage in CGI non proprio riuscitissimo. La sopravvivenza dello zoo non è in pericolo solo per via degli attacchi israeliani ma soprattutto per l’atteggiamento del suo direttore, che preferisce vivere di rendita piuttosto che usare le risorse a disposizione, sebbene siano scarsissime, per migliorare la vita degli animali che lo abitano.

Luciana Morelli per Movieplayer.it Leggi