Channing Tatum e il lato oscuro dello sport nel film di Miller in concorso a Cannes 2014

L'attore protagonista di Foxcatcher, film di Bennett Miller sulla lotta libera bene accolto a Cannes 2014. Steve Carell in odore di premio

Dopo il baseball ne L’arte di vincere, Bennett Miller continua a interessarsi a storie vere e sportive con Foxcatcher, dramma sulla lotta libera presentato in concorso a Cannes 2014. E’ la storia di vera di Mark Schultz (Channing Tatum), campione olimpico di lotta libera nel 1984 e del rapporto con il fratello David (Mark Ruffalo), anch’egli campione e suo allenatore, e John Du Pont (Steve Carell), industriale con la passione per la lotta che lo ingaggia per aiutarlo a vincere le Olimpiadi di Seul. Ma il rapporto tra di loro si tingerà sempre più di nero, tra delusioni, droga, conflitti privati.
Un dramma che nella seconda metà degli ’80 segnò lo sport americano e che Miller racconta concentrandosi quasi solo sui personaggi, sulla loro psicologia e sui loro legami, basando il film per lo più sulla forza dei propri attori. Così facendo mostra il lato oscuro dello sport statunitense, negli anni di reagan e Bush, in cui anche le nobili arti olimpiche diventavano mezzi di propaganda politica e commerciale dimenticando di onorare chi lo meritava davvero.  Alla proiezione stampa del mattino, il film di Miller è stato accolto piuttosto bene, con applausi, ripetuti più volte durante i titoli di coda, e qualcuno lo inserisce in zona premi, soprattutto alla prova di un irriconoscibile Carell (azzardando ancora di più, si parla persino di nomination al premio Oscar).

EMANUELE RAUCO