Audenino e Calabrese debuttano con l’adolescenza

Enrico Audenino e Francesco Calabrese all'esordio con Maicol Jecson, storia del formativo rapporto tra due fratellini particolari e un vecchietto curioso. Intervista al regista
Intervista a Enrico Audenino a cura di Emanuele Rauco

Guardare a toni e mondi narrativi che non appartengono all’Italia può essere un’arma a doppio taglio, ma Francesco Calabrese ed Enrico Audenino non hanno paura di utilizzarla in Maicol Jecson, esordio nel lungometraggio della coppia di registi, una commedia di formazione che guarda al pop indipendente statunitense. Il film racconta di Andrea, 15enne incaricato di guardare il fratellino Tommaso che però deve scaricare per potere finalmente concludere con la ragazza dei suoi sogni, con la quale ha tutta l’intenzione di perdere la verginità. Potrebbe tornargli utile Cesare, un vecchietto bislacco che vuole fare da nonno ai due fratelli.
Ambientato nel 2009, e ispirato vagamente a Little Miss Sunshine, Maicol Jecson è una commedia di formazione ambientata nella provincia che mescola i sapori nostalgici à la Stand By Me, l’irriverenza dei teen movie americani basati sull’importanza del sesso da giovani e un tono bislacco e colorato che guarda con bonaria ingenuità a Wes Anderson. Calabrese e Audenino, che non hanno paura di affrontare il desertico mercato estivo (“Uscire a luglio è meglio che non uscire affatto”, dice Audenino al nostro microfono), si sono divertire a mescolare suggestioni e a far interagire attori esordienti come i giovani Tommaso Maria Neri e Vittorio Gianotti con un navigato attore come Remo Girone, nel ruolo dell’aspirante nonno.

EMANUELE RAUCO