Muore James Garner, detective e pistolero in tv, ma anche nominato all’Oscar

A 86 anni, scompare James Garner, attore di Maverick e Agenzia Rockford, ma anche candidato all'Oscar per L'amore di Murphy e divo del cinema d'azione

E’ stato uno dei volti più belli, carismatici e riconoscibili della tv americana tra gli anni ’50 e i ’70, ma James Garner, morto sabato scorso a Los Angeles all’età di 86 anni, è stato anche un quasi divo del grande schermo. Quasi perché le fortune televisive non gli consentirono di fare il grande salto. Garner nasce il 7 aprile del ’28 a Norman, in Oklahoma, ed esordisce quasi 30enne nello spettacolo in piccoli ruoli, come quello del capitano Bailey in Sayonara di Logan, al fianco di Marlon Brando. Il successo arriva poco dopo: nel 1957, ABC lo ingaggia come protagonista di Maverick, serie western in cui Garner interpreta il ruolo del giocatore-pistolero che dà il titolo al film e che sarà portato da Mel Gibson al cinema 40 anni dopo.
Per 5 anni la serie spopola, garantendo a Garner fortuna e riconoscimento, come la candidatura all’Emmy, che lo porteranno a essere notato al cinema: l’atteggiamento guascone e sornione, sfacciato ma non senza aplomb, con la maturità sembra incarnarsi nel cinema d’azione e avventura: La grande fuga di Sturges, Grand Prix di Frankenheimer, dove sostituisce Steve McQueen, L’investigatore Marlowe di Paul Bogart, fino ad Agenzia Rockford, la serie tv che più di tutte lo ha fatto conoscere nel resto del mondo e che gli ha dato molti riconoscimenti, e che lo fece scegliere da Martin Ritt per L’amore di Murphy, con cui ebbe l’unica nomination all’Oscar. L’ultima apparizione di Garner è nel film L’ultimo regalo di Sajbel, ma il suo acuto d’attore che preferiamo è nel capolavoro di Blake Edwards Victor Victoria, nel ruolo del boss che s’innamora di un uomo (in realtà Julie Andrews en travesti) e fa di tutto per smentire la propria presunta omosessualità. Lo spaccone alle prese con le sue fragilità, come forse Garner è sempre stato.

EMANUELE RAUCO