Il razzismo in stop-motion raccontato da Stacchi e Annable #Venezia71

Anthony Stacchi e Graham Annable presentano a Venezia The Boxtrolls, film animato a passo uno fuori concorso. Li abbiamo intervistati
Intervista a Anthony Stacchi e Graham Annable a cura di Marilena Vinci

Dopo Coraline e ParaNorman, tornano i genietti di Laika, casa di produzione specializzata in film animati in stop-motion, che alla Mostra del Cinema di Venezia hanno presentato The Boxtrolls, il loro nuovo film in uscita nelle sale dal 2 ottobre. La storia, tratta da un libro di Alan Snow, vede una città con la passione per il formaggio vittima degli attacchi notturni dei boxtrolls, dei troll dentro le scatole, che rapiscono i bambini: il sindaco dà l’incarico a una squadra di “disinfestatori”, ma un bimbo che assieme ai boxtrolls è cresciuto mostrerà loro che ciò che si racconta sui “mostri” è una bugia.
Diretto da Anthony Stacchi e Graham Annable, The Boxtrolls è un’avventura animata tra Dickens e il Dr. Seuss che usa il lato fiabesco del racconto, tra la dolcezza dei mostri e la follia della città di Cheesbridge, per raccontare ai più piccoli la pericolosità del razzismo e soprattutto l’ignoranza su cui si fonda: non a caso, il modo in cui gli umani trattano i troll e le leggende sul loro conto sono simili a quelle sui rom. Inoltre il film, interpretato in originale da un grande cast britannico capitanato da Ben Kingsley, è uno straordinario lavoro tecnico coordinato da Stacchi e Annable, con la costruzione di centinaia di pupazzi, scene, trovate meccaniche prodigiose e citazioni dai Monty Python, con Eric Idle autore di una canzone in cui un tenore declama in modo lirico e in italiano tutti i tipi di formaggio.

EMANUELE RAUCO