Tsukamoto in concorso raccontando l’incubo della guerra #Venezia71

Tsukamoto Shinya in competizione a Venezia con Nobi, allucinato dramma bellico

Tra i registi giapponesi più amati all’estero, Tsukamoto Shinya ha partecipato molte volte alla Mostra del Cinema di Venezia, ma solo una volta in concorso: l’edizione 2014 è per lui, quindi, una sorta di ri-debutto, visto che il suo Nobi (Fires on the Plain) è stato selezionato per la competizione ufficiale. Il film, tratto da un romanzo di Ooka Shohei già portato sullo schermo da Ichikawa Kon nel ’59, vede protagonista un soldato malato di tubercolosi durante la seconda guerra mondiale che viene allontanato dall’esercito comincia un viaggio nei boschi della battaglia, cercando cura e riparo dalla guerra, ma trovando l’orrore dei combattimenti che rende gli umani le più feroci tra le bestie.
Lungo 20 anni di preparazione, Tsukamoto è riuscito con Nobi a portare il suo cinema folle e selvaggio a parlare di guerra, la più atroce delle follie che il suo cinema ha raccontato da Tetsuo in poi e lo fa con un film completamente girato in digitale che mette in scena la guerra come un lacerante incubo, in cui non ci sono persone, amici o nemici, solo la paura incombente della morte, la pazzia dell’essere umano mascherata da ragioni di stato che deriva molto presto allo stato animale. Violento e sconcertante come sempre Tsukamoto, ma sempre più maturo.

EMANUELE RAUCO