Libertà dietro le sbarre di un carcere

Filppo Vendemmiati presenta "Meno male è lunedì" in Prospettiva italia al Festival di Roma, dibaltando un luogo comune nel titolo e nella capacità di girare in maniera nuova all'interno di struttura penitenziaria. La nostra intervista.
Intervista a Filippo Vendemmiati a cura di Giovanna Barreca

Scuola aziendale che si trasforma in scuola di viva, di convivenza sociale e di crescita umana e professionale. Esiste un posto dove tutto ciò è possibile? Sì, il carcere della Dozza di Bologna dove un gruppo di operai altamente specializzati, ormai in pensione, insegna ad alcuni detenuti un lavoro di imballaggio per aziende leader del settore. Assunto con un contratto da metalmeccanico a tempo indeterminato, l’operaio-detenuto trova la sua forma di libertà nel lavoro, nella pratica quotidiana, nella consapevolezza di aver iniziato un percorso di riabilitazione per ritornare a far parte della sua comunità di appartenenza. Filippo Vendemmiati, con un lavoro di attenta osservazione e soprattutto di ascolto, in Meno male è lunedì, presentato in Prospettiva Italia al Festival Internazionale del film di Roma trasforma quello che spesso è uno sguardo compassionevole di chi prova a capire cosa ci sia dietro alle sbarre di un carcere, in curiosità, in partecipazione a quello che è un discorso ricco di dignità per l’essere umano e per ciò che è la “parola operaia”. Un film sulla riconciliazione tra uomini che avevano perso punti fermi e che in turni di lavoro quotidiani imparano nuovamente a stare con gli altri. “Gli insegnamo a stare al mondo” scherza un tutor soddisfatto di stare in quell’officina con dei ragazzi che hanno fame di lavoro. Come rivela Vendemmiati nella nostra intervista: “Non mi interessava solo il passaggio delle mani che tengono gli attrezzi ma loro, tutor e detenuti che trasmettono la voglia di stare insieme e aderire ad un progetto collettivo”. La macchina da presa spesso è sulle mani di quegli operai, sui loro gesti ma il più delle volte è l’inquadratura in campo medio che affascina perchè coglie l’insieme di una macchina umana al lavoro senza divisioni tra prigionieri e uomini liberi perchè nel lavoro non ci sono distinzioni. Nel lavoro trovano tutti la loro libertà.
Il doc riesce anche ad essere denuncia vera al positiva perchè dimostra, attraverso le immagini, che è possibile la rieducazione, che la cosa peggiore che si può fare nelle carceri non è solo ammassare i prigionieri in piccole celle ma metterli in una condizione di abbandono psicologico, tenerli in un non luogo e in un non spazio dove le ore non passano mai. Da qui il titolo Meno male è lunedì, perchè in carcere il sabato e la domenica di inattività sono fatti di ore che non trascorrono mai e si attente disperatamente l’inizio di una nuova settimana in officina.
All’Auditorium, per la presentazione ufficiale del film, il corteo degli “evasi” sul red carpet. “Ex operai e detenuti in apposito permesso, produttore, direttori di fotografia e di montaggio, musicisti, per una passerella alternativa sulla falsa riga del corteo sindacale, contro tutti gli atteggiamenti ‘evasivi’ su temi centrali come carcere, lavoro, solidarietà, impresa e valore della vita di ognuno” dichiara il regista.

giovanna barreca