Jodorowsky “in tournée” per presentare il suo nuovo film

La danza della realtà di Alejandro Jodorowsky, dal 30 ottobre, racconta la vita del regista con l'occhio visionario e poetico che lo contraddistingue. Lo abbiamo intervistato
Intervista ad Alejandro Jodorowsky a cura di Emanuele Rauco

Maestro, sciamano del cinema e della letteratura, regista avvolto dalla sua stessa aura, Alejandro Jodorowsky mancava dalla regia da più di 20 anni, dal flop di Il ladro dell’arcobaleno con Omar Sharif e Peter O’Toole (che ha rivelato di aver odiato a morte). Torna nelle sale italiane dal 30 ottobre, con la solita distribuzione itinerante ormai consona al cinema d’arte, con La danza della realtà, opera autobiografica tratta dal romanzo omonimo e da Il figlio del giovedì nero. Il film si svolge a Tocopilla, cileno pease in cui Jodorowsky nacque 85 anni fa, e ne racconta l’infanzia, tra una madre cantante lirica fallita e il padre stalinista di ferro, oltre ai personaggi folli e visionari che hanno costellato la sua carriera.
Jodorowsky per presentare il film è in tour, come una rockstar scherza, partendo da Roma e poi girando l’Italia per raccontare al pubblico, in conferenze sempre più simili a magnetici one man show, un film cercato, covato e desiderato da tanto tempo, che è riuscito a realizzare solo mettendo da parte i soldi dei suoi lavori nel fumetto, investendoli “con la consapevolezza e la gioia di perderli” in questo film che oltre che “un atto poetico” è anche un modo per curare le ferite familiari dato che a interpretare suo padre, il regista ha messo il figlio, seminando altri figli in vari ruoli.

EMANUELE RAUCO