Steve McQueen dirigerà un biopic sull’eclettico Paul Robertson

Il regista di "12 anni schiavo" e "Shame" dedicherà il suo prossimo film all'atleta, cantante, attore e avvocato che fu una figura di primo piano del movimento per i diritti civili negli Usa degli anni '50 e '60

Dopo l’Oscar per il miglior film ottenuto con il suo ultimo 12 anni schiavo, e dopo aver firmato lavori come Shame ed Hunger, Steve McQueen dirigerà un biopic. Il regista inglese racconterà la vita di Paul Robertson, atleta, cantante, attore e avvocato che fu una figura di primo piano del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti degli anni Cinquanta e Sessanta.

Attivo sia nel cinema che nel teatro negli Stati Uniti e in Inghilterra, Robeson iniziò ad interessarsi di storia e cultura africana negli anni Trenta, imparò una ventina di lingue, venne apertamente ostracizzato per le sue idee politiche di sinistra e per la sua adesione al comunismo, finendo sulla lista nera di McCarthy e subendo il ritiro del passaporto: cosa che gli impedì di ricevere il Premio Stalin per la pace che l’Unione Sovietica volle assegnargli e di interpretare il ruolo da protagonista che Sergej Ėjzenštejn voleva affidargli in un film dal titolo The Black Napoleon, poi mai realizzato.

Di Robeson, Steve McQueen venne a conoscenza da ragazzo, leggendo un articolo che parlava di questo “tipo nero che era in Galles e cantava per i minatori” e che lo incuriosì molto. Il regista ha dichiarato che avrebbe voluto raccontare la vita dell’uomo già dopo Hunger, ma che a quel tempo non aveva ancora sufficiente potere e libertà per farlo come avrebbbe voluto.