Salvatores e il suo supereroe made in Italy

Il regista premio Oscar rischia ancora tentando una strada inedita per il cinema italiano con "Il ragazzo invisibile". Intervista a Salvatores
Intervista a Gabriele Salvatores a cura di Marilena Vinci

Per l’ennesima volta nella sua carriera, Gabriele Salvatores cambia nuovamente strada sul suo percorso cinematografico imboccando stavolta quella di un giovane supereroe all’italiana con Il ragazzo invisibile.

Michele vive a Trieste con la madre poliziotta ed il desiderio di conquistare l’attenzione di Stella, una nuova e misteriosa compagna di classe. Timido e perseguitato dal bulli della classe, però, si rifugia nei sogni sperando di indossare la maschera di Spider Man durante la festa di Halloween organizzata dalla ragazza. Ma non sa che un misero costume cinese e un’umiliazione inaspettata sbloccheranno un potere speciale ereditato dalla madre naturale. Nel cast del film, di cui è protagonista Ludovico Girardello, scelto dopo un lunghissimo casting, Valeria Golino e Fabrizio Bentivoglio.

“Il cinema ha due anime, quella realistica dei Lumiere e quella fantastica di Melies. Io ho sempre oscillato tra le due e quando le posso unire, come in questo caso, son felicissimo,” ha spiegato Salvatores. “Come diceva Derrida, il cinema è rievocare fantasmi, e quando lo si riesce a fare per me è sempre una grande soddisfazione.”

Per il regista milanese “L’Oscar vinto per Mediterraneo è una sorta di superpotere che mi è calato dall’alto e che stupidamente ho vissuto con un po’ di senso di colpa,” ha spiegato. “E cosa ha generato? Anche grandi responsabilità, per dirla con Spider-Man, perché devi restituire qualcosa di fronte a una botta di culo di quel genere. Allora, dopo il premio ho cominciato a chiedere di fare cose che agli altri non venivano permesse di fare: e così nacque Nirvana, ad esempio. Cerco di mantenermi giovane nel lavoro, di non ripetermi anche a costo di arrancare per tentare di affrontare il cinema di supereroi.”

“Dai tormenti dell’adolescenza mi ha salvato l’incontro con una chitarra”, racconta Salvatores, “mentre da ragazzo leggevo fumetti come Flash Gordon e Corto Maltese, supereroe dell’anima. I fumetti dei supereroi americani sono arrivati dopo, e dopo ancora i cinecomic. Non tutti mi piacciono, ma alcuni sì, come il Batman di Burton, quello di Nolan o lo Spider-Man di Raimi. Sicuramente, però, il film più vicino a Il ragazzo invisibile è Lasciami entrare: era quello l’approccio al fantasy e alla fantasia che mi piace e mi piaceva. Devo ammettere, poi, che ultimamente spesso mi arrivano storie di adolescenti”, ha proseguito il regista. “Ho cercato di darmi spiegazioni razionali, ma il mio analista dice che non mi devo prendere in giro e ammettere che quel ragazzo sono io”.

L’operazione “è nata da frequentazioni cinematografiche pomeridiane con bambini, – spiega il produttore Nicola Giuliano – con i miei figli che mi chiedevano “perché non fai mai un film per noi?”, dalle loro reazioni selettive ai trailer. E allora ho pensato di esplorare quel versante di pubblico, e successivamente ho cercato di capire che tipo di film avrebbero amato i ragazzi italiani di oggi. Guardandomi intorno, e considerando che sono cresciuto coi fumetti, ho subito capito che i supereroi erano la risposta alle mie domande, ma che era importante trovare la chiave per un’immedesimazione italiana in una storia di questo genere: tanto che anche per gli effetti speciali ci siamo rivolti a una società italiana. Un processo lungo e faticoso e per questo abbiamo strutturato una campagna molto lunga di presentazione del film, e abbiamo pensato allo sviluppo parallelo di una graphic novel pubblicata da Panini e di un romanzo che uscirà per Salani. Per noi è una grande scommessa, e vedremo come sarà accolto. A un sequel, comunque, stiamo già pensando”, conclude Giuliano, rispondendo a chi notava come il finale de Il ragazzo invisibile fosse aperto a possibili seguiti.

Il ragazzo invisibile non è solo un film, ma anche un fumetto, un concorso per talenti musicali under 25, un romanzo, un progetto cross mediale inedito per l’industria italiana. A proposito della musica ha un’importanza fondamentale nel progetto. Come spiega Salvatores “il concorso lanciato per trovare una canzone da inserire nella colonna sonora ha dato risultati insperati. Ci sono arrivate 450 canzoni. Di queste ne abbiamo scelte tre, ma è stata una scelta difficile perché il livello medio era molto alto. Dovremmo avere un po’ più fiducia nei nostri giovani. Tante canzoni non aveva niente da invidiare alle produzioni inglesi, ma noi abbiamo scelto le tre che si adattavano meglio alle mie immagini”.

Il ragazzo invisibile è al cinema dal 18 dicembre distribuito da 01 in 400 copie.

MARILENA VINCI