Sguardi altrove 2015: l’identità

Sguardi altrove International Film Festival (20-28 marzo) con un programma ricco di oltre 100 proiezioni, molte in prima nazionale, workshop e collaborazioni, ha trovato come fil rouge quello dell'identità. La nostra intervista al direttore artistico Patrizia Rappazzo.
Intervista a Patrizia Rappazzo a cura di Giovanna Barreca

sguardi01Cosa si intende oggi per identità? In quanti modi diversi si può declinare tale concetto? In Sguardi altrove International Film Festival, dal 20 al 28 marzo a Milano, sono oltre 100 i film nelle sezioni principali che cercano di indagarne come tale concetto si applichi ai popoli in lotta per ottenere una terra nella quale vivere (in storie di ieri e di oggi), ai contesti familiari, agli individui in lotta contro oppressioni e discriminazioni. Come sempre i tre concorsi sono a regia femminile: “Nuovi Sguardi” (lungometraggi), “Le Donne Raccontano” (documentari), “Sguardi Sconfinati” (cortometraggi), che in un virtuale giro del mondo e in un gioco tra registri cinematografici diversi – dalla commedia al dramma, passando dal documentario alla storia di formazione – indagano nello specifico il tema dell’identità negata, delle identità plurime e delle diaspore territoriali.
Incentrato sul tema del diritto ad una terra nella quale vivere è legata la serie di proiezioni realizzate in collaborazione con Amnesty international: “Diritti umani oggi” a cura di Sergio Di Giorgi; Young Syrian Lenses di Ruben Lagattolla e Filippo Biagianti documenta le violenze in Siria, Terra di transito di Paolo Martino racconta le fughe dall’Asia all’Europa. Migrazione non solo verso l’Europa ma anche verso il resto del mondo, come la sezione Finestra sull’Australia che racconta come tale fenomeno riguardasse anche gli italiani a inizo Novecento e come tale fenomeno sia ritornato oggi. I documentari sono visibili grazie all’archivio presente al Monash University Prato Centre con sede a Prato.
Al Medioriente è dedicato un focus con opere dei fratelli Elkabetz che, attraverso la chiave dell’ironia, tratto distintivo della loro poetica, tornano ad indagare il conflitto israelo-palestinese. Inoltre anteprime nazionali anche di autori come Shira Geffen, Amos Gitai, Suha Arraf con l’apertura della kermesse dedicata a Ghesseha della regista iraniana Rakhshan Banietemad: in una sorta di racconto neorealistico ci porta nei quartieri più popolari e poveri del suo paese dove regnano corruzione, violenta e malaffare.
Nelle sezioni non competitive a regia maschile o mista segnaliamo Heritage di Hiam Abbas, regista ma da tanti conosciuta per le sue indimenticabili interpretazioni da attrice, basti ricordare Il giardino dei limoni di Eran Riklis. Il regista israeliano è presente al festival per la prima italiana di Dancing Arab, un’intensa storia di formazione che vede protagonisti un ragazzo arabo-israeliano e due ragazzi ebrei.
Per scoprire tutti i titoli delle diverse sezioni e l’orario di proiezioni nei diversi luoghi del festival milanese, potete visitare il sito www.sguardialtrovefilmfestival.it.

giovanna barreca