“L’ultimo lupo” di Annaud: una storia per salvare l’ambiente

Il regista francese porta sul grande schermo il libro più venduto in Cina dopo il "Libretto rosso" di Mao Tse-tung . Intervista ad Annaud
Intervista a Jean-Jacques Annaud a cura di Marilena Vinci

L'ultimo lupoE’ costato ben sette anni di lavoro L’ultimo lupo nuovo lavoro del francese Jean-Jacques Annaud tratto dal fenomeno letterario Il totem del lupo, romanzo autobiografico ambientato nella Mongolia del 1967, all’inizio della rivoluzione culturale. Il libro più venduto in Cina dopo il Libretto rosso di Mao Tse-tung.

Per realizzare il film sono stati utilizzati 25 lupi e una cinquantina di addestratori che si occupavano di loro. “Abbiamo dovuto aspettare tre anni affinché girassimo la prima scena – racconta il regista de Il nome della rosa e Sette anni in Tibet – Bisognava prendere dei cuccioli di lupo, farli crescere all’interno di parchi costruiti appositamente per il loro sviluppo, sotto una sorveglianza costante”. Lavorare con il lupo poi è molto complicato non essendo un animale domestico: “Bisogna aspettare ore, a volte giorni, perché senta la scena, bisogna essere pronti a scattare nel momento in cui il re decide che è il momento di girare!”.

L’ultimo lupo è al cinema dal 26 marzo, distribuito da Notorious pictures in 300 sale anche in 3D.

Tra poco online la nostra intervista ad Annaud