Mimmo Mancini e l’integrazione difficile in una commedia tutta pugliese

Con Ameluk, Mancini esordisce alla regia raccontando una storia comica e multi culturale. La nostra intervista
Intervista a Mimmo Mancini di Emanuele Rauco

ameluk-2Religioni e politiche diverse faccia a faccia sul crocevia di Mariotto, frazione di Bitonto, provincia di Bari. E’ il caratteristico scorcio messo in scena da Mimmo Mancini in Ameluk, esordio alla regia per l’attore che ha presentato il suo film oggi alla stampa in vista dell’uscita il 9 aprile. Il film racconta le vicende di Yusuf elettricista giordano perfettamente integrato in paese, nonostante qualche screzio per il suo islamismo. Ma la situazione precipita quando per sostituire il Gesù della processione infortunatosi fa scoppiare lo scandalo del Cristo musulmano che dividerà il paese in due arrivando a una resa dei conti politica.
Nessuno tono drammatico però nonostante la trama, anzi Ameluk è una commedia dai toni farseschi e popolari che Mancini, attore di lungo corso tra teatro e cinema, costruisce attorno alle facce, alle voci e ai modi del suo cast quasi completamente pugliese, cercando però di raccontare una storia “che potrebbe essere vera” come dice il sottotitolo del film e più universale possibile. Il vero limite del film di Mancini è nel voler raccontare la realtà italiana restando fermo alle schermaglie di Peppone e Camillo, con tocchi di satira appena corretti e un ritratto dei personaggi popolani molto discutibile. Ma per chi sta al gioco, soprattutto per gli appassionati dell’umorismo pugliese, il film diverte.

EMANUELE RAUCO