La realtà e il futuro chiudono Pesaro nel film di Marcias

La nostra quarantena di Peter Marcias presentato alla Mostra di Pesaro racconta lo sciopero dei marinai dagli occhi di un ragazzo. Le interviste al regista e al protagonista Moisè Curia
Intervista a Peter Marcias e Moisè Curia, di Emanuele Rauco

la_nostra_quarantena_foto_01Uomini bloccati in un porto e ragazzi bloccati in un futuro che non esiste. Questo parallelo è al centro di La nostra quarantena, nuovo film di Peter Marcias che ha chiuso la 51^ edizione della Mostra del nuovo cinema di Pesaro e che sarà distribuito a inizio autunno da Cinecittà Luce. Il film ha come protagonista un ragazzo interpretato da Moisè Curia (Braccialetti rossi, Maraviglioso Boccaccio) che sta riprendendo un documentario sui marinai di una nave che da un anno sono fermi, in sciopero, al porto di Cagliari; scoprendo le vere difficoltà, i reali affetti, valori e problemi di questi lavoratori nord-africani riflette sulla propria condizione e si confronta con una professoressa interpretata da Francesca Neri.
Marcias parte dalla reale storia dello sciopero e comincia a riprenderla per farne un documentario, ma poco a poco, cominciando a capire la questione e a come s’inseriva nel contesto italiano ha ampliato il discorso cinematografico aggiungendo una parte di finzione e una cornice narrativa che permettessero di confrontare la quarantena lunga 15 mesi dei marinai con quella potenzialmente infinita di un giovane alla ricerca di un futuro e di una terra. Un film che mescola documentario, diario e dramma per provare a capire, se non a risolvere, i problemi del nostro tempo e che non riguardano solo il nostro orticello, ma hanno a che fare con il posto di tutti nel mondo globale. Le interviste radio al regista e al protagonista le trovate sopra l’articolo.

EMANUELE RAUCO