Così umano, così vicino

Da Malick a Godfrey Reggio, un inno intitolato Human. Firmato dal grande fotografo Yann Arthus-Bertrand, Fuori Concorso a Venezia: ascolta la nostra intervista radio
Intervista a Yann Arthus-Bertrand, di Emanuele Rauco

È uno dei più grandi fotografi naturalisti al mondo, specializzato nelle riprese aeree. Ma stavolta Yann Arthus-Bertrand è sceso sul globo e lo ha girato per intero. Ne è venuto fuori Human, un vero e proprio monumento al genere umano che l’artista ha presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. In poco più di tre ore, Arthus-Bertrand compone un affresco sensazionale in cui letteralmente cielo e terra si incontrano, l’universale e il particolare, la grandiosità del pianeta e le urgenze delle singole storie che decide di raccontare: “Per iniziare questo progetto – ci ha raccontato al Lido Arthus-Bertrand -, più che a libri o ad artisti, mi sono ispirato all’attualità, a ciò che accade nel mondo, ai cambiamenti che avvengono quotidianamente sul nostro pianeta. Volevo raccontare cosa sta accadendo agli esseri umani e al luogo in cui vivono, cercare di fare interagire l’universale e il particolare, un po’ come ha fatto Malick in The Tree of Life, film che mi ha illuminato. Anche se credo che il mio finale sia migliore del suo”.

Il fotografo e regista Yann Arthus-Bertrand

Tra Malick e la trilogia di Godfrey Reggio, Human è un’abbacinante film-mondo, anzi un vero e proprio film-uomo, che sarà distribuito in Francia in quasi 600 sale, che sarà diffuso in blu ray gratuito nei centri senza cinema e che avrà una prima serata di molte ore sulla tv pubblica: “Ho fatto un film che ha necessità del grande schermo per godere delle immagini e della musica, ma che necessita anche del dibattito, degli spettatori da dovunque vengano”. Per permettere all’uomo di guardarsi e conoscersi.

Emanuele Rauco