Tra i più grandi registi orientali viventi, il taiwanese Hou Hsiao-hsien è stato chiamato da Alberto Barbera come giurato del concorso nella 72^ Mostra del Cinema di Venezia, a 26 anni di distanza dal Leone d’oro per Città dolente e dopo aver vinto al recente festival di Cannes il premio per la migliore regia con The Assassin. E proprio del suo ultimo film, in uscita nelle sale italiane a gennaio, abbiamo parlato con lui, un film di cappa e spada (wuxiapian) decisamente originale e sontuoso che racconta la storia di Nie Yinniang (Shu Qi), spadaccina assoldata per uccidere l’uomo che ha sempre amato, ora divenuto governatore.
Un film che immerge lo spettatore nelle immagini e nei sentimenti rarefatti, girate con uno stile folgorante e quasi ipnotico, in cui Hou reinventa il genere popolare per eccellenza del cinema asiatico e racconta una storia struggente tra amore, dovere e morte. E proprio delle sue scelte narrative e stilistiche, oltre che dell’esperienza di giurato a Venezia, abbiamo parlato con Hou nell’intervista che potete ascoltare in cima all’articolo.
EMANUELE RAUCO
