TFF33, i premi collaterali

Sono stati assegnati i premi collaterali del 33° Torino Film Fest. Qui di seguito tutti i riconoscimenti:

PREMIO SCUOLA HOLDEN – Storytelling & Performing Arts

La Giuria composta dagli allievi e dalle allieve del secondo anno del College di Cinema assegna il premio
Miglior sceneggiatura di Torino 33 a:
SOPLADORA DE HOJAS di Alejandro Iglesias Mendizábal (Messico, 2015)
Con la seguente motivazione:
Chiavi sotto foglie secche. Adolescenti che perdono l’infanzia. Desideri malinconici. Belle gambe. Un film irriverente, sincero, delicatamente ironico, profondamente semplice.

PREMIO ACHILLE VALDATA
La Giuria composta da 10 lettori di “Torino Sette” assegna il premio Miglior film di Torino 33 a:
LA PATOTA di Santiago Mitre (Argentina/Brasile/Francia, 2015)
Con la seguente motivazione:
Per la tecnica narrativa, l’argomento forte e provocatorio trattato e la psicologia dei personaggi.

PREMIO AVANTI
La Giuria del Premio AVANTI (Agenzia Valorizzazione Autori Nuovi Tutti Italiani) composta da Danilo Monte (regista), Alessandro Uccelli (Cineforum), Andrea Zanoli (Lab 80 Film) propone, per la distribuzione nel circuito culturale curata da Lab 80 film, il seguente film:
DUSTUR 
di Marco Santarelli (Italia, 2015)
Con la seguente motivazione:
Per la capacità di raccontare il fondamento umanistico delle costituzioni moderne e le contraddizioni del processo democratico, con una forma cinematografica solida e coerente, che riesce a superare limiti fisici e culturali, come il carcere, le sovrastrutture linguistiche e quelle religiose.
Menzione speciale a:
VINCENZO DA CROSIA
 di Fabio Mollo (Italia, 2015)
Con la seguente motivazione:
Per aver portato alla luce una storia accantonata del nostro passato recente, dagli inattesi risvolti umani, politici e poetici. Trattando con delicatezza un’imponente mole di materiale di repertorio, il film trascina lo spettatore in uno stato di sospensione, a suo modo magica, circa la veridicità dei fatti testimoniati.

PREMIO GLI OCCHIALI DI GANDHI
Assegnato dal Centro Studi “Sereno Regis” (Torino), la cui Giuria, composta da Eliana CantoneTeodoro Cavalluzzo, Angela Dogliotti, Pierandrea Moiso, Carlo Griseri, assegna il Premio Gli Occhiali di Gandhi al film:
DUSTUR 
di Marco Santarelli (Italia, 2015)
Con la seguente motivazione:
Citando dal film: “Per creare una società buona gli individui devono essere in relazione, consultarsi tra loro e agire in base ai propri accordi. Non si faccia discriminazione in base a posizione sociale, ricchezza, fama, religione. Affinché la società si sviluppi culturalmente, moralmente e sia coesa, è necessario che si proceda in accordo con l’opinione della maggioranza, e che si avvicini alla classe dei più deboli e poveri, dialoghi con loro e prenda in considerazione le loro richieste”.
Menzione speciale a: LA PATOTA di Santiago Mitre (Argentina/Brasile/Francia, 2015)
Con la seguente motivazione:
Per la rinuncia a una risposta violenta davanti ad una aggressione; benché risarcimento e vendetta vengano offerti da più parti, la protagonista li rifiuta in favore di un percorso personale di comprensione e di ricerca della verità, anche a costo di non essere sostenuta e compresa.
Menzione speciale aIDEALISTEN di Christina Rosendahl (Danimarca, 2015)
Con la seguente motivazione:
Per l’esempio di giornalismo di pace applicato alla denuncia del rischio nucleare, spesso rimosso. Pur non compiendo atti clamorosi, il protagonista diventa un eroe nella sua normale e ostinata ricerca della verità.

PREMIO INTERFEDI
La Giuria Interfedi, promossa dalla Chiesa Valdese e dalla Comunità Ebraica di Torino, con il patrocinio del Comitato Interfedi della Città di Torino, e composta da Ada Treves (in rappresentanza della Comunità Ebraica), Marco Fraschia (Chiesa Valdese), Beppe Valperga (Comitato Interfedi) attribuisce la terza edizione del “Premio Interfedi – Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità” a:
COUP DE CHAUD di Raphaël Jacoulot (Francia, 2015)
Con la seguente motivazione:
Con occhio lucido e distaccato racconta le difficoltà di integrazione e la fragilità dei rapporti interpersonali all’interno di una piccola comunità rurale. La storia di un’estate anormale in cui la natura stessa è protagonista e fa emergere tensioni e conflitti in una vicenda dove menzogna, ipocrisia e pregiudizi convergono nella diffidenza verso un diverso, che non può essere altro che vittima o assassino.
Menzione speciale a: FLOTEL EUROPA di Vladimir Tomic (Danimarca/Serbia, 2015)
Con la seguente motivazione:
Film importante e meritevole per la sua forza e per come costringe a soffermarsi su cosa sia in realtà, in un contesto ed epoca particolari, la vita di migranti e profughi una volta raggiunto un paese sicuro. L’impossibilità di integrarsi, vivendo su una nave ormeggiata, e la realtà di una vita trascorsa ad attendere qualcosa che potrebbe non arrivare mai sono i temi di un documentario disperato che è anche sguardo sul passato e quasi percorso di iniziazione.

 

 

Redazione