Blair Witch

Un gruppo di studenti universitari si avventura nella foresta di Black Hills, Maryland, sulle tracce della sorella di uno di loro, James Donahue (James Allen McCune): Heather è scomparsa 17 anni prima, non è mai stata ritrovata e, per molti, il suo caso è da collegarsi alla leggenda della Strega di Blair. Il gruppo – James, una ragazza e una coppia di amici – parte con ottimismo e gran profusione di mezzi tecnologici, quali videocamere auricolari e droni: vogliono unire l’utile al dilettevole, ovvero farci un film. Ad aiutarli una coppia di ragazzi del posto, cui si deve il ritrovamento di alcune schede di memoria con footage, si presume, di Heather. La comitiva campeggia nel bosco, e… iniziano i problemi.

E’ Blair Witch, sequel di quello straordinario blockbuster di 17 anni fa: The Blair Witch Project, a fronte di un budget di soli 60mila dollari, incassò oltre 248 milioni di dollari in tutto il mondo nel 1999.

La recensione, se vogliamo chiamarla comunque così, può finire qui: in quei quasi 250 milioni trovate l’unica ragion d’essere per riesumare il progetto, affidato al carneade Adam Wingard. Poi se la paura per voi si nutre esclusivamente di rumori assortiti, montaggio singhiozzante e altri mezzucci, fatevi sotto, ci mancherebbe.

[SPOILER] Il canonico ruolo del maggiordomo qui spetta a una tenda gialla. Campeggiatore avvisato…

Federico Pontiggia per cinematografo.it