Il western dolomitico con Paolini e Mascino

Tratto dal romanzo omonimo di Matteo Righetto, dal 3 novembre in sala La pelle dell’orso di Marco Segato con Marco Paolini e Lucia Mascino, dedicato a Carlo Mazzacurati. La nostra intervista a regista e attori.
Intervista a Marco Segato e Lucia Mascino a cura di Giovanna Barreca
Intervista a Marco Paolini a cura di Giovanna Barreca

orso01
La natura che osserva, che sta a guardare ciò che accade tra le alte vette delle Dolomiti dove c’è un orso che si avvicina minacciosamente alle case e tanti animi feriti da curare, primi tra tutti quello di un padre (Marco Paolini) e un figlio (Leonardo Mason) che non si conoscono, che vivono tra loro dei silenzi alti come le pareti delle montagne che li separano. Pietro e il figlio Domenico sono i protagonisti de La pelle dell’orso di Marco Segato, al cinema dal 3 novembre per Parthénos.
Due persone profondamente sole che vivono di tanti non detti; il trovarsi improvvisamente a dover vivere insieme nella natura selvaggia per andare alla ricerca di un vecchio orso, li aiuterà a rivelarsi uno all’altro. Precisa Paolini: “Un tempo le storie scabrose non si raccontavano mai ai ragazzi, bisognava aspettare che diventassero grandi e quel tempo non arrivava mai. Lo spettatore viene trattato un po’ allo stesso modo, come se dovesse rubare – come faceva un ragazzo – le cose che in famiglia non si dicono chiaramente”.
Un film che lavora sui silenzi tra questi due personaggi e sui suoni della natura così imponente che detta le sue regole, con la quale è obbligatorio fare i conti con molto rispetto, sia quando si ha a che fare con le alte vette, con l’irruenza dei torrenti sia quando è un orso che incute paura e rispetto.
Il romanzo di formazione di Righetto è ambientato negli anni ’60 mentre il film, con sceneggiatura di Enzo Monteleone, Marco Paolini e Marco Segato (che precisa di aver cercato un equilibrio tra racconto di genere, le suggestioni fantastiche e l’intimità di un rapporto difficile) sceglie il Dopoguerra permettendo anche, come confessa Segato, uno straordinario e inaspettato cortocircuito: “Gli scenografi e i costumisti sono diventati degli attivatori di memoria, andavano a prendere i vestiti nelle case degli anziani, riaprivano case chiude da cinquant’anni, abbandonate da chi era andato a cercare lavoro in Germania e molte comparse hanno indossato i vestiti dei genitori, creando un cortocircuito emotivo che è diventato un valore aggiunto dell’opera”.
Dopo aver girato diversi documentari (Ci resta il nome, Via Anelli, L’uomo che amava il cinema), curato la regia degli spettacoli teatrali di Paolini, La pelle dell’orso è il primo film di finzione di Marco Segato.
L’autore padovano lo dedica a Carlo Mazzacurati che lo scelse come assistente alla regia per La giusta distanza nel 2007.