L’eroina libera e determinata di Oldroyd

In concorso al Torino Film festival e finalmente in sala per Teodora Lady Macbeth di William Oldroyd. Al suo debutto cinematografico, il regista teatrale crea una messa in scena perfetta avvalendosi di una magnetica protagonista, l'attrice Florence Pugh. La nostra intervista al regista.
Intervista a William Oldroyd a cura di Giovanna Barreca

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Scegliere di lavorare sulla trasposizione di una novella “scandalo” come Lady Macbeth del Distretto di Mcensk di Nikolaj Leskov e, da regista teatrale, decidere di adattarla al grande schermo cinematografico. Da tale osservazione, abbiamo iniziato la nostra intervista con il regista William Oldroyd che, dopo aver realizzato due corti (Christ’s Dog e Best, vincitore del Sundance London Short Film) è passato alla regia di un lungometraggio con Lady Macbeth, presentato in concorso al Torino Film Festival. Protagonista è la giovane Katherine, costretta ad un matrimonio di convenienza con un uomo molto più vecchio di lei che la tratta come una domestica e la usa per i suoi piaceri sessuali. A rendere l’esistenza della ragazza ancora più tragica è la presenza del suocero, di una domestica spia e di un sacerdote bigotto. Quando entrambi gli uomini di casa partono, Katherine scopre il piacere fisico e poi l’amore con un giovane stalliere e inizia con il ragazzo una relazione morbosa. Per quell’idea di amore, Katherine – a differenza di tutte le eroine di fine ‘800 – si batterà con tutte le forze, commettendo anche atti di violenza imprevedibili, narrati con grandi scelte registiche che lasciano lo spettatore totalmente spiazzato davanti allo schermo. La sua libertà, i suoi desideri non devono e non possono trovare ostacoli.
Ciò che colpisce del film è soprattutto la messa in scena dove c’è un lavoro molto attento sui movimenti della macchina da presa e poi, a dominare, è la figura della splendida protagonista Florence Pugh che, nonostante indossi abiti di colore scuro, come il blu, il marrone, quasi fosse un’estensione della sua casa spoglia, di un bosco circostante immerso nel grigio e nel bruno dell’inverno, da subito si erge a figura dominante del tutto. A partire da un lungo divano: su di esso all’inizio sembra semplicemente una bambola inanimata ma poi si trasformerà nel luogo dove affermare tutti i suoi desideri e la sua determinazione a portare a compimento il suo sogno di libertà, ad ogni costo.

La Teodora film ha visionato e amato il film al Toronto film Festival e dopo il Torino Film Festival lo distribuirà sul territorio nazionale dal 16 giugno 2017.

giovanna barreca