TFF34 col Moretti di Palombella rossa

A 27 anni dalla prima proiezione alla Mostra del cinema di Venezia, il Torino Film festival porta in sala il restauro di Palombella rossa di Nanni Moretti. Film ancora oggi specchio del presente. Inserto audio dei tre minuti in sala di Moretti prima della proiezione.
Estratto intervento di Nanni Moretti alla presentazione di Palombella rossa

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Il giorno prima delle votazioni politiche nazionali, un Michele Apicella che non ricorda più il suo passato, in totale crisi identitaria come il partito comunista poco prima della Caduta del Muro di Berlino e della sua transizione, va ad Acireale – in trasferta – per giocare una partita di pallanuoto.
Potremmo riassumere con queste poche parole la trama di Palombella rossa di Nanni Moretti, presentato all’interno della Settimana della critica alla Mostra del cinema di Venezia del 1989 (gli venne rifiutato il concorso) e che oggi, nel 2016 torna in sala grazie al restauro della Cineteca Nazionale e viene presentato al Torino Fillm festival, in Festa Vintage.
Palombella rossa riflette su quella crisi di identità che continua a segnare il nostro tempo dove “se parli male, pensi male e vivi male”, perfetto specchio del tempo, come ricorda anche la direttrice Emanuela Martini prima di lasciare la parola a Nanni Moretti.
Il nuovo Sacher, la sala romana di Nanni Moretti presenterà il restauro proprio il 3 novembre, il giorno prima del Referendem, in un clima ancora più confuso e inquetante (per aspetti diversi) di quello narrato nel film, anche se con la stessa violenza verbale del passato.
Sergio Toffetti all’interno del Massimo Uno sold out spiega prima di tutto com’è avvenuto il lavoro sulla pellicola dove la criticità era soprattutto sul suono per un problema di smagnetizzazione. Poi si è lavorato anche sui veri filmati super8 inseriti da Moretti nel film e girati molti anni prima, quando il giovane Apicella su alcuni problemi del partito comunista aveva iniziato a riflettere. Restauro avvenuto con la supervisione di Nanni Moretti e la collaborazione di Beppe Lanci, il direttore della fotografia del film. Toffetti conclude affermando: “Trovo che il film sia cresciuto, il tema centrale della perdita della memoria politica è un tema cardine della nostra vita. E anche in senso figurativo ci sono tante scene anticipatrice anche sotto questo punto di vista”.
La sala attendeva un discorso cinematografico e politico di Moretti con tanti fan del regista romano che forse il film lo avevano visto in sala per l’uscita ufficiale e tantissimi giovani alla loro prima visione del film. Tutti sono rimasti delusi perchè il regista non si è concesso al pubblico. In meno di tre minuti ha raccontato della difficoltà logistiche sul set per il suo primo film non girato a Roma, con orari al limite perchè le riprese avvenivano di giorno e di notte (dalle 18 alle 5 del mattino). “Nella seconda metà degli anni ’80 trovavo un ritorno all’accademismo e ci si accontentava di storie ben costruite e per reazione ho raccontato con molta libertà la vicensa di un personaggio che non ricorda più chi è. Mi sembrava che nel PCI e nel Paese ci fosse un problema con la propria memoria e il passato. E questa memoria torna per schegge”.

giovanna barreca