Sgarbi: confini reali e immaginari

In Festa Mobile, in L'altrove più vicino - un viaggio in Slovenia Elisabetta Sgarbi va a ricercare l'anima di una terra al/di confine, attraverso figure che ne diventano il pensiero/l'anima, attraverso suggestioni musicali e attraverso la neve bianca, stratificata. La nostra intervista alla regista.
Intervista a Elisabetta Sgarbi a cura di Giovanna Barreca

altrove01
Un territorio di confine, una terra costretta, in passato, ad appartenere a tante diverse nazioni e poi, forse, a nessuna. Un territorio con una forte identità, nonostante tutto e che racchiude, come dice anche Elisabetta Sgarbi, “Luci e ombre,vita e memorie di una vita vissuta”. L’altrove più vicino – un viaggio in Slovenia, presentato al Torino Film Festival è un’esplorazione nei paesaggi che la regista immortala, invasi dal bianco pieno della neve, totalizzante e ricco dei diversi strati di osservazione dei quali poi si nutrono le testimonianze di Claudio Magris, Paolo Rumiz, il poeta Alojz Rebula, Igor Coretti-Kuret, violinista e direttore dell’orchestra ESYO (composta da giovani musicisti dei paesi del Centro, dell’Est, del Sud-Est Europa) e Marisa Madieri, scrittrice istriana esule. Di quei luoghi ne sentiamo i suoi e, grazie alle musiche di Franco Battiato, quasi l’essenza.
Nella nostra intervista la regista, autrice anche del soggetto e montatrice con Andres Arce Maldonado, ci racconta anche il profondo lavoro di ricerca e le tante scoperte regalate dalle voci di quella terra.

giovanna barreca