RomaFF13 – Trittico sulla libertà di scelta nell’America della paura

Dopo aver vinto il premio della Giuria al Sundance "Monsters and men" arriva alla Festa del cinema di Roma. Ecco la nostra intervista al regista Reinando Marcus Green.
Intervista a Reinaldo Marcus Green a cura di Giovanna Barreca

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Un uomo (John David Washington) è seduto in auto, canticchia. Poi lo spettatore sente la sirena dell’auto della polizia e la soggettiva dell’uomo che – attraverso lo specchietto retrovisore – vede la pattuglia che gli segnala di accostare. Da questa scena iniziale si entra nel film, in quel clima di tensione e paura che non abbandonerà lo spettatore per tutta la durata dell’opera. Primi piani su volti tesi, spesso di uomini e donne che non hanno infranto la legge ma, per il semplice essere di colore, sono fermate molto di più degli uomini bianchi. L’uomo fermato all’inizio è un poliziotto che fa notare alla sua patner bianca ha subito 6 controlli e sottolinea: “Siamo solo a giugno”. Nell’America dove anche lo scontro con la polizia è quotidiano e purtroppo un grosso problema per chi abusa del suo potere, se sei nero hai paura.
Nel film Monsters and men di Reinaldo Marcus Green, presentato alla Festa del cinema di Roma e in sala nel 2019 per Videa, non c’è una denuncia o un attacco ai poliziotti che sbagliano ma l’occhio attento del regista vuole soffermarsi su tre ragazzi di colore che possono decidere se voltare lo sguardo dall’altra parte davanti ad un soppruso o provare a reagire. Chi sono i Mostri e chi sono gli uomini? Tutti noi abbiamo la possibiltà di scegliere se guardare dall’altra parte (e quindi essere colplici) o essere uomini.

giovanna barreca