#RomaFF14-La fiaba ciociara di Mortelliti

Famosa, dopo essere stato un monologo teatrale di Alessandra Mortelliti, diventa un film diretto dalla stessa autrice. Le nostre interviste in esclusiva alla regista/sceneggiatrice e a Jacopo Piroli e Ginevra Francesconi, alla loro prima esperienza attoriale.
Intervista ad Alessandra Mortellini a cura di Giovanna Barreca
Intervista a Jacopo Piroli e Ginevra Francesconi a cura di Giovanna Barreca

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In un piccolo paese della Ciociaria vive Rocco, un ragazzo prossimo ai diciotto anni, incompreso e solitario, che desidera trasferirsi nella Capitale per poter realizzare il suo più grande sogno: diventare un ballerino. Con tenacia e grande forza di volontà, Rocco riuscirà ad intraprendere il tanto agognato viaggio, ma la realtà che lo attende non sarà quella sperata e il suo sogno verrà ancora una volta messo alla prova (Sinossi pressbook).

Stare in provincia, sentirla stretta, opprimente e aver voglia di scappare, di abbandonare tutto per rifarsi una vita, senza dover fornire nessun genere di spiegazioni o di informazioni. Se poi la fuga nasconde anche un sogno di gloria da realizzare, la forza aumenta. Rocco ha bisogno di essere capito e amato come la provincia non sa fare, ad eccezione di un ragazzo (Luigi interpretato da Matteo Paolillo)che si avvicina tardi e ricambia i suoi sentimenti, un’amica propositiva (Azzurra, interpretata da Ginevra Francesconi) che gli infonde coraggio e una zia (Manuela Mandracchia) che è l’unica che sa da dove nascono le ambizioni del giovane e, da sempre, le nutre e le sostiene. Una zia stramba e saggia che ama confondere il tempo con i suoi orologi con lancette posizionate su ore diverse, come forse vorrebbe fare per aiutare il nipote che a questo tempo, spesso, sembra estraneo per candore, apertura verso il prossimo ed ingenuità.
Questi i tratti che caratterizzano il buon esordio alla regia per un film di finzione dell’attrice di teatro Alessandra Mortelliti (già autrice del doc Andrea Camilleri, io e la Rai) che – alla Festa del cinema di Roma, in Alice nella città -, ha presentato Famosa.
Mentre il monologo scritto e interpretato da Mortelliti, era in prima persona, con un uso del dialetto molto stretto e sgrammaticato, nel film il punto di vista resta quello del ragazzo, interpretato da Jacopo Piroli con la macchina da presa che ci permette di vedere il mondo attraverso le sue soggettive ma l’uso del dialetto è meno esclusivo e vengono creati diversi personaggi ben caratterizzati per offrire la chiara dimensione nella quale il ragazzo si è formato e vive.
Come in ogni film di formazione, Rocco Fiorella si confronta con i luoghi chiusi della provincia e i traumi subiti da un paese che non lo capisce e bullizza, un padre violento e una madre succube del marito che non sa guardare ai bisogni e ai sogni del figlio ma, nonostante tutto nutre una fiducia profonda nel prossimo e in sè tanto da ribaltare tutti i problemi iniziali e trovare il modo di realizzare il suo sogno: ballare.
Un film che ruota intorno al tema dell’identità che Rocco deve, con forza, rivendicare per essere felice. Per la regista, come dice anche ai nostri microfoni:”Famosa è un film intimo, una fiaba universale nella quale riconoscersi, fatta di tanti sottintesi dove il personaggio parla poco perché allo spettatore parlino i suoi occhi puri”.

giovanna barreca