Cannes omaggia Belmondo

La kermesse festeggia l’eroe de la Nouvelle Vague con un documentario sulla carriera e la consegna della Palma d'oro dalle mani del presidente Gilles Jacob.

Si vede che è destino, ci doveva arrivare vecchio e male in arnese a vincere la Palma d’Oro Bebel, al secolo Jean Paul Belmondo, ex simbolo del fascino e della sensualità che ha fatto battere i cuori di molte giovinette, e non solo, nel 1960 quando in Fino all’ultimo respiro di Godard si divertiva a fare il bandito irriverente. Nato a Neully Sur Seine nel 1933 l’attore ha avuto una lunga e celebrata carriera, ha lavorato con i registi più importanti del cinema francese, indimenticabile la sua perfomance in La mia droga si chiama Julie di Truffaut, ma sono 83 i ruoli al suo attivo tra cinema e tv. Ieri sera a celebrarlo tutto il cinema francese che conta da Claude Lelouche a Claudia Cardinale, anche il figlio pilota Paul era presente insieme ai due registi che hanno montato l’opera che sintetizza in un’ora e mezza la sua carriera. L’apice della Cerimonia si è toccato quando Gilles Jacob gli ha consegnato La Palma d’Oro. Commozione in sala per i tanti ammiratori presenti che non lo hanno dimenticato, continuando a fare il tifo per lui specie dopo la tragica ischemia cerebrale che lo ha colpito nel 2001, tenendolo lontano dalle scene fino al 2008. Il festival rende inoltre omaggio all’attore con la proiezione del documentario sulla sua carriera, Belmondo, itinéraire diretto a quattro mani da Vincent Perrot e Jeff Domenech.