Cinema: 2010 da record

26/05/11 - Per il terzo rapporto dell'Ente dello Spettacolo, l'anno scorso in Italia si sono realizzate 141 pellicole di cui 114 con capitali solo nostrani.

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA agli ospiti del convegno:

  • l’AD di Cinecittà Luce, Luciano Sovena
  • il presidente dell’Ente dello Spettacolo, Dario E. Viganò
  • il presidente Anica, Riccardo Tozzi
  • “Il 2010 è stato un anno determinante e lusinghiero per l’intera cinematografia nazionale, sia per i risultati ottenuti nelle sale, che per la quota di produzione di film realizzati, cioè 141 di cui 114 con capitali interamente italiani. Una performance positiva che testimonia un aspetto strategico e progettuale delle imprese cinematografiche del nostro Paese”. Questi i risultati del terzo rapporto su Il Mercato e l’Industria del Cinema in Italia messi in evidenza da Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo che da tre anni pubblica in collaborazione con Cinecittà Luce quest’analisi dedicata ai principali trend emergenti nel comparto della settima arte.

    Come già preannunciato dalle associazioni di categoria, l’ultimo anno ha visto consolidarsi due fenomeni fondamentali: la crescita della quota e degli incassi del cinema italiano, da una parte, e il ritrarsi dei mezzi tradizionali di finanziamento pubblico come il FUS dall’altra. “I produttori vivono oggi un periodo di stabilità dopo quattro anni vissuti pericolosamente”, ha specificato Viganò, in riferimento alle variazioni del fondo ministeriale per lo spettacolo e di quegli incentivi fiscali che oggi invece si confermano al centro del sistema di finanziamento non solo della realizzazione dei film ma anche dell’esercizio, in piena rivoluzione tecnologica, con in “841 sale attrezzate per il digitale contro le 428 del 2009, cioè un numero quasi doppio”. Altre tendenze importanti sono la conferma della centralità del product placement, cui secondo il rapporto fa ormai riferimento ben il 48% dei film italiani, anche se per ora con cifre non esorbitanti come quelle degli USA, e il “consolidamento della popolazione imprenditoriale, anche attraverso una selezione fisiologica di soggetti potenzialmente attivi”. Si conferma anche il sorpasso dei capitali privati rispetto a quelli pubblici, la cui incidenza è sempre in calo soprattutto per effetto del ridimensionamento del FUS, mentre il tax credit fa sentire il suo peso sia nella produzione sia nell’esercizio. Unico dato in controtendenza, il numero degli spettatori, in calo nonostante l’aumento degli incassi guidato dall’aumento del costo medio del biglietto.

    “Finalmente non sono costretto a dire che il cinema italiano va bene, perché è di tutta evidenza” – ha commentato alla presentazione del rapporto Riccardo Tozzi, recentemente salito alla carica di presidente dell’Anica. “Considerando la parentesi estiva, finiremo l’anno con una quota di mercato del 40-45% e con un totale di 40-45 milioni di biglietti venduti. Il nostro risultato è il più alto in Europa, la stessa Francia ci sta dietro e Paesi con grandi sostegni pubblici razzolano verso il 10%”. Per il produttore di Cattleya ora il problema diventa quindi “la crescita, che richiede l’allargamento della torta, visto che la nostra fetta non potrà espandersi ulteriormente”. La nuova priorità per tutti i comparti del cinema sarà dunque ridare nuova linfa all’esercizio, “perché lì c’è la strozzatura”, causata soprattutto dall’inarrestabile scomparsa negli ultimi anni delle sale di città dove il prodotto italiano, soprattutto d’autore, intercetta gran parte del suo pubblico e ottiene i propri ricavi. L’obiettivo è competere con la Francia, con le sue 6mila sale e 200 milioni di biglietti, ma anche riportare il cinema nelle tv: “Dobbiamo aiutare i broadcaster a capire che il tipo di film che stiamo facendo potrebbe essere di forte sostegno per la televisione, in particolare quella generalista”.

    Per riuscire a raggiungere l’obiettivo tracciato da Tozzi, secondo l’AD di Rai Cinema Paolo del Brocco è recuperare l’evasione del canone, anche se il servizio pubblico ha il compito anche di aggiornarsi perseguendo nuove strade, tra cui un innovativo accordo siglato dall’azienda con iTunes. Importante anche l’intesa con Cinecittà Luce, ricordata dall’Ad Luciano Sovena, che vedrà impegnata Rai Cinema nella proudzione e la seconda nella distribuzione di opere prime e seconde di autori italiani emergenti. Da non scordare però, secondo il DG Cinema Nicola Borrelli l’apporto del sostegno pubblico: “Siamo dietro a molti dei nostri partner europei, ma il nuovo mix di sostegno diretto, cioè dei finanziamenti del FUS, e di incentivazione fiscale, ha dimostrato di dare i propri frutti”. Nel complesso, stima Borrelli, negli ultimi anni lo Stato ha erogato al settore una media di 130 milioni l’anno, cifra che verosimilmente si manterrà invariata anche nel prossimo futuro.

    LAURA CROCE