Sinergie tra Agpc-RaiCinema?

26/07/11 - I giovani produttori hanno invitato l'azienda di Del Brocco a illustrare linea editoriale e strategie per trovare modelli di business da appoggiare insieme.

Attenzione alle storie, alla creazione di film che siano più esportabili, e una lungimiranza maggiore nei confronti della distribuzione on line. Sono questi secondo Paolo Del Brocco, ad RaiCinema, i punti fondamentali su cui tutta l’industria cinematografica italiana dovrebbe concentrarsi nel futuro prossimo. Tra i relatori dell’incontro organizzato dall’Agpc (associazione giovani produttori cinematografici) tra produttori indipendenti e Rai Cinema dal titolo “Quali sinergie possibili?” tenutosi ieri alla Casa del cinema di Roma, Del Brocco ha sottolineato come la linea editoriale della sua società sia quella di continuare nella mission di distribuzione e produzione pur in un difficile momento di congettura economica. A riprova il continuo lavoro di selezione compiuto da RaiCinema che ogni anno esamina fino a 1200 progetti per tirarne fuori una rosa di circa 20 su cui investire idee e risorse. Oltre a queste, la società pubblica ha anche annunciato che produrrà in 3 anni tra le 12 e le 15 pellicole low budget, con un bilancio di 150/200 mila euro ciascuno. Piccoli film magari di genere o di nicchia, che saranno adatti ad un tipo di distribuzione diversa, non tanto per le sale, quanto per un pubblico diverso che cerca prodotti non omologati. “Crediamo moltissimo nelle piattaforme virtuali perciò oltre a lavorare con il nostro sito abbiamo fatto accordi con Fastweb, Telecom e I-tunes – ha detto Del Brocco – nei prossimi 2/3 anni la maggior parte delle televisioni saranno connesse a internet: se in 10 secondi sarà possibile scaricare film legalmente e in HD la distribuzione e la fruizione dei film cambierà faccia. Ha già iniziato a farlo”. L’ad di RaiCinema ha poi rammentato alla platea gremita della Casa del cinema che per il futuro del nostro cinema sarà meglio riflettere sulla cosidetta rinascita della nostra cinematografia “un fenomeno che ha riportato in alto la quota di mercato italiana ma è legato solo a 6/7 film e riguarda solo le commedie, un genere che non può monopolizzare il mercato per sempre”.

D’accordo con il discorso di Del Brocco il professore Gianni Celata, direttore MultimediLab – Cattid dell’Università La Sapienza di Roma, che ha dato ragione all’ad sul futuro digitale della distribuzione; l’analisi della presunta rinascita del cinema nostrano e sulla sua idea di futura distribuzione, ma ha anche individuato altre zone d’ombra dell’industria cinematografica italiana come il fenomeno dei ghost movie, causato dalla continua emorragia di sale che secondo il professore può essere scongiurata solo “con lo switch off totale al digitale”; la concentrazione eccessiva di genere e la diminuzione delle coproduzioni causata proprio dal successo delle commedie che tende a creare prodotti molto autoreferenziali e dunque poco appetibili per il mercato estero. Per Celata nel breve periodo occorre che chi fa cinema si concentri essenzialmente su un punto: reperire fondi attraverso il tax credit esogeno, cioè esterno all’industria. “Bisogna presentarsi sotto un’altra luce agli investitori, ai gestori di patrimoni e a tutti quelli che investono per professione – ha detto il professore – e per farlo è necessario avere un pacchetto di film pronti da proporre, perchè con un pacchetto il rischio di perdere tutto l’investimento iniziale diminuisce. Il cinema può essere una diversificazione interessante di investimento perchè, a differenza degli altri modi classici, non dipende dall’andamento della borsa”. Prima del vivace dibattito finale ha poi preso la parola il presidente Agpc, Martha Capello che ringraziando presenti e relatori di essere intervenuti ha lanciato un importante spunto di riflessione quello sulle produzioni di gruppo, a suo dire un’ipotetica forma di business per il futuro, ispirata al modello americano in cui un progetto è appoggiato da una major che distribuisce, in questo caso come RaiCinema, e una o due piccole società di produzione, magari giovani. Una sorta di coproduzioni tutte italiane dove le aziende consolidate decidono di scommettere su una storia e i produttori indipendenti vengono aiutati a realizzare un sogno. Alla proposta, Del Brocco ha posto diversi ostacoli di policy e fattibilità. Solo il tempo saprà dirci se lui o altri grandi cambieranno idea.

VALENTINA NERI