Tutta colpa della musica

08/09/11 - Commedia di mezza età con Stefania Sandrelli che Ricky Tognazzi porta a Controcampo senza discernere tra cinema e sitcom.

Dal nostro inviato EMANUELE RAUCO

Ricky Tognazzi, discreto commediante, non è mai stato un gran regista, ma qua e là aveva dimostrato tocchi interessanti, come nel recente Il padre e lo straniero. Non si capisce quindi come abbia fatto a concepire e realizzare a pochi mesi di distanza un film senza alcun nerbo né vita come il suo nuovo Tutta colpa della musica e come Marco Müller abbia potuto invitarlo alla Mostra nella sezione Controcampo Italiano. La storiella parla di Giuseppe, pensionato dalla triste vita familiare, che grazie all’amico latin lover Nappo comincia a cantare in un coro: ma non è la musica a spingerlo, quanto l’infatuazione per il soprano Elisa. Commedia d’ambiente musicale, scritta dalla coppia Tognazzi/Simona Izzo con Leonardo Marini e Silvia Ebreul, il film è un patetico tentativo di raccontare l’arte, l’amore, la mezza età con i toni ironici e leggeri del racconto di provincia.

Tutta colpa della musica dovrebbe essere un inno alla vitalità dei sentimenti, alla magia della musica che unisce gli spiriti lontani e anche alla frivolezza della mezza – o terza – età, ma in realtà sembra più una denuncia dello stato di sbando a cui spesso è lasciato il cinema medio italiano: Tognazzi infatti pare abbandonare ogni ambizione, se non ogni interesse, di fare un cinema che costeggi l’alto (basti ricordare Canone inverso sempre su suggestioni musicali) e si abbandona senza  ritegno alla pessima televisione per racconto e stile. La sceneggiatura dimostra una totale sciatteria di intreccio (c’è solo una piccola, drammatica sorpresa a incrinare il quadretto, ma anche questa molto in linea con la trasmissione in prima serata) con dialoghi e battute di discutibile fattura, mentre la regia è completamente priva di ogni finezza, tocco, idea. Il linguaggio insomma non è decisamente da sala cinematografica e forse neanche da tv, almeno non da prodotto in prima serata, risulta quindi difficile capire come sia finito nella selezione del più importante festival di cinema in Italia. E se non fosse per la verve sprecata di Marco Messeri ci si aspetterebbe di sentire solo le risate registrate a punteggiare le parole di Stefania Sandrelli e le faccette di Tognazzi.

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