L’ultimo terrestre

10/09/11 - Nel film di Gipi gli alieni arrivano sulla terra e trovano ad accoglierli un'umanità volgare e violenta. In concorso a Venezia 68.

Dalla nostra inviata DARIA POMPONIO

Arrivano gli alieni, ma possiamo stare tranquilli, qualunque cosa faranno è per il nostro bene. Film d’esordio del fumettista Gipi, all’anagrafe Gian Alfonso Pacinotti, L’ultimo terrestre è stato presentato in concorso a Venezia 68, dove ha incassato il plauso di pubblico e critica. La storia è quella di Luca Bertacci (Gabriele Spinelli), un uomo solitario e misogino, che si appresta a vivere lo sbarco degli extra-terrestri. Mentre la popolazione della città di provincia in cui vive cede a facili allarmismi, pregiudizi razziali e fanatismi mistico-religiosi, Luca è alla ricerca di un modo migliore di relazionarsi con il prossimo.

Tratto dalla graphic novel Nessuno mi farà del male di Giacomo Monti, il film di Pacinotti segue una narrazione rarefatta e immersiva, priva quasi del tutto di sostanziali twist narrativi. Affresco feroce e caustico di una provincia straniante e desolata, L’ultimo terrestre utilizza il grimaldello della fantascienza per parlarci dell’oggi e lanciare un monito umanista e sincero. Più che dello sbarco alieno, questa è infatti la storia di un uomo che recupera la sua umanità, passando attraverso eventi violenti, frutto dell’innata crudeltà umana. Capaci ancora di distinguere il bene dal male, di premiare il giusto e punire l’empio, gli alieni del film sono delle creature sovversive, senza sapere di esserlo e le loro azioni possiedono una portata ora religiosa, ora politica. Ma L’ultimo terrestre è anche una storia d’amore, quella tra Luca e la sua vicina di casa Anna (Anna Bellato). Un rapporto difficile che nasce dalla reciproca diffidenza e grazie a una brutta vicenda “condominiale” e che riesce però a evolvere fino a farci intravedere la nascita di un sentimento. Ottima la scelta delle location, soprattutto per quel che riguarda il desertico comprensorio di appartamenti in cui il protagonista abita e la sala bingo in cui invece lavora, bigio carnaio di un’umanità volgare e meschina. Nella raffigurazione di questo microcosmo si colgono, naturalmente, numerosi riferimenti alla crisi economica in corso, che rischia di condurci a un livello siderale di cupidigia e abbrutimento.

Accompagnato da un cast di tutto rilievo (eccellente Roberto Herlitzka nel ruolo del padre, così come Luca Marinelli in quello dell’amico transessuale), l’interprete non professionista Gabriele Spinelli, nel ruolo di Luca, ci presenta una performance toccante e schietta, per un film che riesce a fare dei suoi difetti (la narrazione slabbrata) anche un punto di forza. L’ultimo terrestre proclama fiero la sua originalità, non assomiglia a nessun altro film e offre un’istantanea, sufficientemente apocalittica, ma non privo di speranza, su una contemporaneità brutta, sporca e cattiva.

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