Ponyo sulla scogliera

20/03/09 - Con il film di animazione “Gake no ue no Ponyo” ("Ponyo sulla scogliera"), il maestro...

Speciale Venezia 65

IL GRANDE INCANTATORE

(Laura Croce)

20/03/09 – Con il film di animazione “Gake no ue no Ponyo” (Ponyo on the cliff by the see), il maestro Hayao Miyazaki torna sul grande schermo puntando ancora su quel suo stile morbido e delicato, che lo ha fatto entrare nell`immaginario di generazioni grazie ad anime indimenticabili come “Heidi” e “Conan il ragazzo del futuro”. Lo scarto tra questa opera e i suoi due ultimi capolavori è evidente, persino intuitivo: sia rispetto a “La città  incantata” che al “Castello errante di Howl”, la levigazione del tratto e la rinuncia alla computer graphics suggeriscono infatti un certo ritorno alla purezza, tanto figurativa quanto tematica. Le immagini si fanno meno barocche e più essenziali, mentre il linguaggio (inteso nel suo senso più generale) si semplifica all`estremo modellandosi esplicitamente su di un target bambino. Le atmosfere inquietanti e le sequenze oniriche da incubo, insomma, diventano molto più soft, ma questo non impedisce a Miyazaki di dare vita per l`ennesima volta a un mondo dal fascino magico e trasportante. La sua matita da grande incantatore non delude, disegnando i contorni di una realtà  forse senza spigoli, ma abitata da due piccoli, graziosi, protagonisti, che rappresentano (come spesso accade nei film del maestro) l`unione possibile tra mondi arbitrariamente separati dai grandi. Ponyo è la creatura di uno stregone che ha rinnegato l`odiato genere umano per vivere negli abissi dell`oceano. Simile a una sirenetta dai tratti decisamente nipponici, questa pesciolina testarda e dispettosa non accetta di vivere rinchiusa nella bolla magica creata per proteggerla, e aspira a conoscere il mondo che si trova oltre la barriera del mare. Durante la sua fuga verso la superficie, si imbatte così in Sosuke, ragazzino gentile e abituato a rispettare tutti, dagli anziani ai compagni di scuola, alle bizzarre creaturine gettate a riva dalle onde. L`incontro e l`immediato feeling tra i due rompe le barriere poste artificialmente per separare le loro realtà , permettendo a Ponyo di cominciare un cammino di crescita e metamorfosi che la porterà  gradualmente a diventare un essere umano.

ponyoEcco, dunque, un filo che si riaggancia alla precedente filmografia di Miyazaki: una giovanissima ragazza intraprende da sola un processo di trasformazione – corporale e non – alla ricerca di un’identità  propria ed indipendente, libera dalle scelte prepotentemente auspicate dalla miopia degli adulti. La semplicità  della storia si svela infine apparente, ricollegando anche Ponyo a una tradizione favolistica antica e fondamentale, di cui nemmeno la secolare e disincantata modernità  sembra davvero poter fare a meno. Tanto più che, oggi, ricordare al pari di Sosuke come sia facile accettare e voler bene a un essere vivente, sia esso “un pesce, una bambina-pesce o una bambina”, purtroppo non appare più tanto scontato. Forse alcuni “grandi” manifesteranno insofferenza alla linearità  del racconto e agli schiamazzi dei piccoli protagonisti ma, d`altra parte, tutti i film di Miyazaki non sembrano adatti a chi non è in grado di mettersi in gioco e di accogliere nel proprio cammino di crescita gli stimoli più variegati. Di sicuro, però, “Gake no ue no Ponyo” riporta un tocco di gradevole classicismo (comunque nè reazionario nè retro) in una Mostra traboccante di film che, tentando di imboccare la strada dello sperimentalismo – finiscono solo per scivolare nel ruminato e nel banale.

Titolo originale: Gake no ue no Ponyo
Produzione: Giappone 2008
Regia: Hayao Miyazaki.
Genere: Animazione
Durata: 100′
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: 20 marzo 2009.