Walk of Fame

24/10/11 - Nelle sale con Melancholia di Lars Von Trier, nonostante non abbia raggiunto la trentina, Kirsten Dunst è una delle attrici più prolifiche di Hollywood.

Walk of Fame – Kirsten Dunst – Alla scoperta del personaggio cinematografico della settimana a cura di Lia Colucci

Nata nel 1982 e Point Pleasant nel New Jersey, Kirsten Caroline Dunst, nonostante non abbia ancora compiuto trent’anni è già apparsa in più di sessanta film ed è una delle dive hollywoodiane più amate e richieste. La sua prolifica carriera spazia da prodotti adolescenziali (numerosissimi i teen movie) al cinema indipendente, che le ha regalato, ad oggi, i suoi ruoli più impegnativi e convincenti. Cresciuta in New Jersey, ma trasferitasi in età scolare a Los Angeles per perseguire la carriera di attrice, Kirsten Dunst è la figlia di un medico tedesco e di una gallerista d’arte di origini svedesi. I suoi genitori si sono separati quando lei era ancora piccola e Kirsten è cresciuta con la madre e il fratello minore, Christian. Inizia la carriera di attrice all’età di soli tre anni, partecipando a più di settanta spot televisivi, tra cui alcuni per la Ford. Nel 1988 si fa notare in uno sketch satirico al Saturday Night Live, dove incarna la figlia maggiore dell’allora presidente George H. W. Bush. Il debutto sul grande schermo è in grande stile: nel 1989 ottiene infatti un piccolo ruolo (ma non è accreditata) in New York Stories nell’episodio firmato da Woody Allen e in seguito interpreta la figlia di Tom Hanks in Il falò delle vanità di Brian De Palma (1990). Tra il 1990 e il 1991 recita nella celeberrima soap Quando si ama e prosegue poi le sue apparizioni televisive con Star Trek: The Next Generation (nel 1993) e impersonando più volte la prostituta bambina Charlie Chiemingo nella serie Tv E.R. – Medici in prima linea (1996-1997). Ma la sua grande occasione arriva nel 1994, quando all’età di soli dodici anni interpreta la sexy-baby-vampira Claudia in Intervista col vampiro di Neil Jordan (1994), film tratto dall’omonimo romanzo di Anne Rice, dove la Dunst recita accanto a Tom Cruise, Brad Pitt e Antonio Banderas. La pellicola di Jordan le fa guadagnare la sua prima nomination ai Golden Globes. Pare che l’attrice abbia scippato l’ambito ruolo di Claudia alla collega Cristina Ricci, dinamica che si è ripetuta anche in occasione del casting per la parte di Amy in Piccole donne di Gillian Armstrong (1994). Nel 1995 è il turno del film per famiglie Jumanji, dove la Dunst è al fianco di Robin Williams. In seguito, l’attrice alterna pellicole d’autore come Sesso & potere di Barry Levinson (1997) e lo spassoso e geniale Small Soldiers di Joe Dante (1998) a teen movie più o meno corrivi, come College femminile di Sarah Kernochan (1998), il film tv Quindici anni e incinta (1998) di Sam Pillsbury, Le ragazze della Casa Bianca (1999) dove è al fianco di Michelle Williams e Ragazze nel pallone (film iperprogrammato in tv) di Peyton Reed (2000), dove interpreta una sgambettante cheerleader.

Nel 1999 rifiuta il ruolo di Angela (poi andato a Mena Suvari) nel film vincitore di cinque premi Oscar American Beauty di Sam Mendes, per non apparire in alcune scene a suo giudizio troppo osé in compenso però, nello stesso anno, viene scelta da Sofia Coppola per Il giardino delle vergini suicide, debutto al lungometraggio della celebre figlia d’arte oltre che versione indie e assai più nobile dei film per adolescenti fin qui interpretati dalla Dunst. Prosegue poi con i ruoli da teenager “difficile” in Deeply di Sheri Elwood (2000) e Crazy/Beautiful di John Stockwell (2001) e in seguito recita in Hollywood Confidential di Peter Bogdanovich (2001). Ma il ruolo che la rende una vera star e le dona la celebrità è quello di Mary Jane Watson, la fidanzata dell’Uomo Ragno in Spider-Man di Sam Raimi (2002), parte che mantiene anche nei capitoli successivi della saga: Spider-Man 2 (2004) e Spider-Man 3 (2007), sempre diretti da Raimi. Interpreta per la prima volta un personaggio di “cattiva” in Mona Lisa Smile, di Mike Newell (2003). L’anno successivo la Dunst è l’irresistibile assistente del Dr. Mierzwiak (Tom Wilkinson) in Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry, indimenticabile la “gaffe” del suo personaggio sul poeta Alexander Pope (sua la frase che dà il titolo al film in originale “Eternal Sunshine of the Spottless Mind”, tratta dal poema Eloisa to Abelard), confuso con un inesistente Papa: “Pope Alexandre”, appunto. Seguono l’adrenalinico film sul tennis di Richard Loncraine Wimbledon (2004), dove è al fianco di Paul Bettany e il delizioso Elizabethtown, di Cameron Crowe (2005) con Orlando Bloom. Nel 2006 Kirsten Dunst torna a essere la musa di Sofia Coppola per Marie Antoinette, trasposizione in salsa indie della solitaria, ma sfarzosa formazione della regina di Francia poi vittima della Rivoluzione. Il 2008 è l’anno invece della commedia Star System – Se non ci sei non esisti di Robert B. Weide (2008) cui segue nel 2010 All Good Things di Andrew Jarecki, film ancora inedito dalle nostre parti, ma noto per via di una piccante fellatio sotto la doccia che ha per protagonisti l’attrice e la star del momento Ryan Gosling.

Il 2011 è l’anno della definitiva consacrazione per Kristen Dunst, che con Melancholia di Lars Von Trier, film attualmente nelle sale, ottiene il premio per la miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes. Oltre alla sua superba performance attoriale, restano indimenticabili l’imbarazzo e lo sdegno impressi sul volto dell’attrice nel corso della conferenza stampa del film, mentre Von Trier andava incontro al patibolo mediatico e all’esclusione dal Festival, grazie alle sue infelici dichiarazioni su Hitler. Rivedremo presto Kristen Dunst nell’attesa trasposizione del romanzo di Jack Kerouac On the Road di Walter Salles e nella commedia Bachelorette di Leslye Headland. Ancora in fase di preproduzione è invece Sweet Relief di Lorene Scafaria, film prodotto da MTV dove l’attrice interpreterà Marla Ruzicka, un’operatrice umanitaria impegnata in Iraq e Afghanistan per prestare soccorso alle vittime dell’occupazione americana. Pare inoltre che la Dunst incarnerà Debbie Harry in un bio-pic sulla mitica cantante dei Blondie (oltre che interprete di alcuni film, tra cui Videodrome di David Cronenberg). La Dunst ha inoltre fondato da poco, con la madre, una sua società di produzione chiamata “Wooden Spoon Productions” in onore della nonna che usava il proverbiale “cucchiaio di legno” come infallibile strumento educativo.