Totò 3D

29/10/11 - Al Festival di Roma, De Laurentiis presenta il restauro di un film del 1953, già allora in stereoscopia e con protagonista il comico napoletano.

Dalla nostra inviata LIA COLUCCI

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA a:

  • il distributore Aurelio De Laurentiis
  • l’attore comico Alessandro Siani
  • Nell’operazione di archeologia cinematografica operata all’interno della VI Edizione del Festival Internazionale del film di Roma trova sicuramente un posto di assoluto privilegio il primo film italiano in 3D: Totò 3D, diretto da Mario Mattoli nel 1953 ed interpretato da Totò, Mark Lawrence, Franca Faldini, Maj Brjtt. La pellicola, sperimentale all’epoca, si immerge nella dimensione circense, utilizzando la tridimensionalità e cercando di coinvolgere lo spettatore; all’inizio del film ne è un esempio emblematico l’invito al pubblico da parte di un presentatore a entrare nelle particolarità del mondo stereoscopico. Per il resto, come al solito, non si può non apprezzare Totò nelle vesti della super-marionetta alla Gordon Craig che infila gag su gag sotto il tendone del circo. Commovente e accorata nel finale la preghiera del clown recitata dallo stesso Totò. Quello che colpisce di questa pellicola a quasi sessant’anni di distanza è l’onestà e la funzionalità con cui è utilizzato il 3D. A differenza degli omologhi americani che sfruttano il mezzo spesso inutilmente e forzatamente, nel film di Mattoli si respira un’aria di naturalezza e di spontaneità rare. Il 3D si sposa perfettamente con la narrazione e con i personaggi, inoltre è in perfetta sintonia con il circo e con la sua selvaggia e misteriosa popolazione. Abituati a coabitare con la tridimensionalità sino alla nausea – ogni film ormai sembra debba essere riadattato per il 3D e quindi un popolo in occhialetti neri si aggira inquietante per le sale – è giusto apprezzare quest’uso, se vogliamo ingenuo del mezzo, ma certamente istintivo e anche molto spettacolare.

    Nella conferenza stampa successiva alla pellicola il produttore nonché distributore ed esercente Aurelio De Laurentiis della Filmauro ha affermato di aver sempre creduto nella politica del restauro tanto che ha già fatto restaurare Un Borghese piccolo piccolo per paura che perdesse i colori originali e in generale questa è la sua politica per la gestione di tutta la library di famiglia. Va ricordato infatti che Totò 3D, originariamente intitolato Il più comico spettacolo del mondo, fu voluto e prodotto nel 1953 da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, zio di Aurelio. Questo film in 3D gli era completamente sfuggito così, non appena la copia è stata scoperta, insieme al curatore del restauro Pasquale Cuzzopoli, ha deciso di mettere subito in opera il restauro. Un lavoro particolarmente complesso ha spiegato il curatore perché, vista la peculiarità della stereoscopia, il film era su due pellicole e quella di sinistra era particolarmente danneggiata. Totò 3D, dopo essere stato corteggiato da Venezia e Cannes, ha finito per trovare al Festival di Roma la sua giusta collocazione.Tutti i relatori compresa Liliana De Curtis, la figlia, hanno inoltre affermato quanto sia ancora godibile questo film anche solo sul piano tecnico, anzi Liliana ha aggiunto che il padre amava alla follia la sperimentazione in tutte le sue forme. Ha concluso poi Alessandro Siani, comico napoletano in ascesa, che ha decretato che in tempo di crisi Totò può essere la medicina giusta. E ha proprio ragione.