Digitale: a quando in italia?

02/11/11 - Al Festival, la Fondazione Ente dello Spettacolo ha organizzato D-Cinema, convegno sullo stato della conversione degli schermi.

Dal nostro inviato EMANUELE RAUCO

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA a:

  • Nicola Borrelli – Direttore del Mibac
  • Elisabetta Brunella – Segretario Generale Media Salles
  • Maurizio Sciarra
  • La rivoluzione digitale, la sua attesa e i cambiamenti che subirà il mondo del cinema sono uno dei temi centrali della serie di convegni e tavole rotonde che costeggiano il Festival del Film di Roma: dopo quello organizzato da Media, arriva D-Cinema: viaggio nel digitale, incontro organizzato dalla Fondazione Ente per lo Spettacolo in collaborazione con Anica e The Business Street per riflettere sulle prospettive della tecnologia numerica dopo i buoni risultati del cinema italiano nel 2010 e la rivoluzione in atto nell’esercizio. L’incontro, inaugurato dai saluti di Dario E. Viganò (presidente della Fondazione) e Roberto Cicutto (direttore The Business Street), ha avuto come principale focus lo stato di avanzamento del processo di digitalizzazione delle sale, riflettendo sul recente stop dell’Italia sbloccabile – secondo un parere di molti condiviso dal direttore generale per il cinema del MIBAC Nicola Borrelli – col sostegno pubblico attraverso il credito d’imposta, strumento da affinare soprattutto nell’integrazione tra aiuti statali e regionali: “L’esercizio cinematografico è oggi nella situazione in cui erano le industrie 20 anni fa, quando si passò a una gestione tecnologica degli impianti”, ha dichiarato il dg cinema.

    Tra gli interventi più interessanti quello di Elisabetta Brunella che ha presentato il rapporto sulle sale digitali, quello di Luciano Sovena sulla distribuzione di opere prime e seconde attraverso il digitale, e del regista Maurizio Sciarra che ha proposto un incontro tra tutti gli attori della filiera produttiva con il Ministero, prontamente confermata da Borrelli ; ma merita segnalazione anche quello di Cristiano Gerbino, presidente del Kino, che ha descritto finalità, gestione e idee commerciale alla base dell’associazione culturale romana che unisce cineclub e locale, riflettendo sul palinsesto cinematografico ai tempi della crisi e sulle iniziative private indipendenti di promozione del cinema qualità. E il modello Kino è stato preso a esempio – con le evidenti differenze di dimensioni e struttura – sia da Borrelli sia da Riccardo Tozzi (presidente ANICA) che a conclusione del convegno ha proposto un coordinamento tra esercizio, produzione e comuni per valutare proposte di investimento e sviluppo, auspicando un ribilanciamento produttivo indirizzato alla digitalizzazione delle sale, che permetta alle sale italiane di tornare ai tempi non lontani in cui, come l’Adriano di Roma, gli schermi nostrani potevano vantare i maggiori incassi in Europa.