Case chiuse

03/11/11 – Col documentario di Filippo Soldi, in Extra, si ripercorre un viaggio storico appassionante e utile per leggere meglio il nostro presente.

Dalla nostra inviata GIOVANNA BARRECA

Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA a:

  • Filippo Soldi, regista del film
  • la protagonista Pia Covre e la produttrice Flavia Parnasi
  • Aprire un dibattito costruttivo sul tema in attesa che le leggi cambino. Questo è lo scopo dichiarato dal regista Filippo Soldi e dalla produttrice Flavia Parnasi che al Festival Roma nella sezione Extra, insieme a Pia Covre, ex prostituta e oggi membro del comitato per i diritti civili delle prostitute, hanno presentato Case chiuse. Prodotto da Comba con Cinecittà Luce e Rai Cinema che lo trasmetterà sulle reti di Stato, il documentario è un viaggio storico nel luogo democratico per eccellenza come viene definito il bordello. Quello di ieri passando per il lupanare di Pompei e il papiro erotico del Museo Egizio di Torino a quello odierno come l’Artemis di Berlino dove i clienti, con indosso solo un accappatoio, possono scegliersi una ragazza che si offre loro completamente nuda. In mezzo il 20 febbraio 1958, una data storica per il nostro paese: il Parlamento italiano approvò la legge della senatrice Lina Merlin che decretava la chiusura delle case chiuse, così chiamate perché un decreto di Crispi introdusse l’obbligo di tenere le persiane abbassate. Proprio questo capitolo, la lettura di alcune delle lettere mandate alla senatrice dalle ragazze che abitavano questi luoghi sono la parte più interessante del documentario perché uno degli scopi del cinema è anche quello di aiutare a riscoprire una pagina importante del nostro passato, per aiutare i cittadini a leggere, con maggior elementi a disposizione, anche il presente. Lette da Piera Degli Esposti e Mariangela D’Abbraccio possiamo ascoltare le parole sempre di profonda disperazione interiore sia di chi affermava che la chiusura fosse un errore: “Diamo felicità perfetta per 150 lire”, sia di chi confessa di far parte del mercato delle bestie. Ma poi il documentario davvero ricco e scrupoloso nella scelta dei suoi elementi compositivi, raccoglie le parole di Indro Montanelli, di Dino Buzzati che scrissero sui quotidiani dell’epoca editoriali sull’entrata in vigore della legge; interviste a Lina Wertmuller, a Lando Buzzanca e Tinto Brass che a vario titolo frequentarono quei luoghi.

    Al termine della proiezione restano parole, suoni e testimonianze che educano e ci aiutano soprattutto a riflettere sul nostro presente. Ogni voce fuori campo lascia spazio allo sguardo e all’arricchimento cha deriva dalla volontà di far conoscere e capire meglio il racconto di una realtà che lo spettatore potrà prendere in considerazione avendo a disposizione tanti parametri diversi. Nel doc non viene minimamente accennato all’aspetto odierno della vicenda in Italia e alla mercificazione in campo politico. Sarebbe stato molto facile ma del nostro Paese parla solo Pia Covre che come ex prostituta e membro del comitato per i diritti civili delle prostitute ha potuto raccontare le conseguenze della chiusura delle case di tolleranza e la situazione nella quale versano oggi migliaia e migliaia di ragazze perché la legislazione italiana latita in materia.