Antonio+Silvana=2

04/11/11 - Favola sotto forma di documentario per un eccentrico amore trasteverino della terza età. Selezionato in Off Doc al Festival di Roma.

Dal nostro inviato ALESSANDRO ANIBALLI

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  • Simone Aleandri e Luca Onorati, due dei tre registi del film
  • Sottosezione di Extra, Off Doc è stata ingiustamente relegata in un angolo della vetrina del Festival Internazionale del Film di Roma, alla Casa del Cinema e dunque distante dalla sede centrale della rassegna, l’Auditorium. Perché, se è vero che il festival dovrebbe aprirsi alla città, è anche vero che si sarebbe dovuto dar modo e tempo agli accreditati e al pubblico di vedere anche i film di questa sezione, come di altre relegate ai margini. E un documentario quale Antonio+Silvana=2, pur con i suoi limiti, avrebbe meritato una visibilità maggiore, anche per il tema prettamente romano. Vanni Gandolfo, Simone Aleandri e Luca Onorati sono i tre registi di questo film eccentrico, documentaristico e favolistico insieme, volutamente ingenuo e a tratti forse troppo etereo, costruito sull’ossessione amorosa di una donna di quasi sessant’anni nei confronti di un settantenne che si è ritirato in una casa di riposo a Trastevere. La donna, Silvana per l’appunto, scrive sulle pareti dei palazzi del quartiere il suo amore per Antonio e sosta pervicacemente davanti all’ingresso della casa di riposo, in speranzosa attesa di un cenno dell’uomo di cui si è innamorata.

    Per quanto affascinante, il tema di Antonio+Silvana=2 rischia di esaurirsi troppo presto, in una identica iterazione delle azioni di Silvana, delle lettere che scrive, delle sue passeggiate per Trastevere, del continuo dialogare con i registi. Sull’altro fronte, Antonio parla lo stretto necessario proseguendo nell’ostinata decisione di non voler più incontrare la donna. I tre registi, allora, dopo aver gettato le basi della situazione, faticano a portare avanti la vicenda e non basta l’intervento del cuoco di un ristorante, che si improvvisa cantastorie e cicerone, a ravvivare l’interesse. Tutto rischia di proseguire stancamente tra un eccesso di inquadrature dall’alto (forse non necessarie in una storia fatta di volti e corpi) e l’iterazione di una musica di commento quasi fiabesca. Verso il finale però Antonio+Silvana=2 decolla, prima nella preparazione dell’incontro tra i due e poi nel rendez-vous vero e proprio. Probabilmente con un quarto d’ora in meno il film sarebbe risultato più compatto o, in alternativa, i registi avrebbero potuto insistere di più nel raccogliere le impressioni degli abitanti del quartiere, le loro reazioni di fronte a una storia d’amore tanto inusuale da assumere una dimensione pubblica, di strada. In ogni caso, dalla visione di Antonio+Silvana=2 emerge il ritratto di una Trastevere – zona via dei Genovesi – che sembrava perduta, non ancora trasfigurata dal turismo e ancora sanamente popolare. Gandolfo, Onorati e Aleandri ci consegnano quindi con questo loro film una piccola lezione: la Roma genuina sopravvive imperterrita, basta saperla cercare.