Nessuna lotta di classe per Celestini

Ospite della sezione Figli e amanti al TFF, l'affabulatore svela che non adatterà il suo libro per il cinema. Il suo secondo film non avrà infatti una base letteraria.

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  • Ascanio Celestini
  • “Partito democratico, partito vhs” ironizza Ascanio Celestini ricordando quando acquistava, per scoprire vecchi classici del cinema, le cassette in allegato al quotidiano l’Unità diretto da Walter Veltroni. Vhs che hanno avuto una tenuta nel tempo limitata “e forse già questo poteva dirci tante cose sul partito democratico” – afferma con leggerezza l’attore-regista. Al Torino film festival, ospite della sezione Figli e amanti (come Kim Rossi Stuart, Antonio Albanese, domani Michele Placido) l’affabulatore ha scelto di mostrare Allosanfan di Paolo e Vittorio Taviani, una pellicola che l’attore ha definito teatrale: “Un film dove lo spettatore segue il pensiero del personaggio per tutto il tempo”. Un’altra possibile scelta poteva essere Diario di un maestro di Vittorio De Seta che però, essendo un prodotto per la televisione, per la sua durata, si sarebbe prestato poco all’incontro. Davanti a una sala gremita e molto attenta, durante l’incontro moderato da Emanuela Martini e Paolo Mereghetti, Celestini ha confessato che tornerà a lavorare con le immagini per un secondo lungometraggio che, smentendo alcune voci, non sarà una trasposizione cinematografica del suo libro Lotta di classe. Nei prossimi mesi, oltre a portare in giro per l’italia “Pro Patria”, piecès sul Risorgimento dove protagonista è un dialogo con Giuseppe Mazzini, lavorerà per capire come scrivere di cinema senza partire da una base letteraria.