Sguardi sonori

07/12/11 - Torino Film Festival: la musica alla kermesse diretta da Gianni Amelio, tra George Harrison e la psichedelia di Genesis P.Orridge.

Sguardi sonori – Viaggio tra le sette note composte per la settima arte – a cura di Emanuele Rauco

sguardi-sonori-interno.jpgFinito da pochi giorni, il 29° Torino Film Festival ha regalato decine e decine di proiezioni e scoperte per gli amanti del cinema, con picchi come La Guerre est déclarée di Valerie Donzelli o Midnight in Paris di Woody Allen. Ma come ogni festival, specialmente tra quelli con un’impostazione più moderna, la musica non può mancare e accompagnare visioni e storie. Sia nei film dedicati ai musicisti sia nelle colonne sonore. Tra i primi molti esempi importanti: tra tutti, George Harrison: Living in the Material World, il documentario fiume che Martin Scorsese ha dedicato al chitarrista solista dei Beatles, attraversando la sua vita e la sua carriera, ma anche il suo mistero spirituale, come dice John Lennon in uno stralcio. Altri due film hanno raccontati di veri musicisti alternativi: Intro di Brandon Cahoon che segue il mini tour di uno scalcinato e bravissimo cantante folk americano, riflettendo su musica, immagine e paesaggio, e The Ballad of Genesis and Lady Jaye, film di Marie Losier sull’amore e l’arte anche corporea di Genesis P.Orridge – musicista industrial e psichedelico – e la sua compagna Lady Jaye.

E poi, da segnalare, anche un film di finzione come I più grandi di tutti di Carlo Virzì, che nel raccontare la storia immaginaria della rock band Pluto guarda con affetto, ma anche zoppicando, ai rock movie e alla musica d’oltreoceano. Sul fronte invece delle colonne sonore, da segnalare tre progetti diversissimi: il black-metal satanico fuso col rock cristiano di Joseph Stephens per il folle The Catchism Cataclysm di Todd Rohal, il pop islandese anni ’80 di Either Way, il film che ha vinto il festival, e l’elettronica gotica di Dan Deacon e Osvaldo Golijov per lo sperimentale Twixt di Coppola (narrato per altro da Tom Waits). Tanto cinema, ma anche tanta musica, che parte dalle immagini dei film proiettati al festival, ma spesso vive da sola, e diventa forma artistica a sé stante. Come dice il sottotitolo della rubrica, dalle sette note alla settima arte.