Viaggio nell’isola misteriosa

17/02/12 - Versione contemporanea del classico di Jules Verne e veicolo per Dwayne “The Rock” Johnson per prendersi con simpatia un po’ in giro.

Sequel di Viaggio al centro della terra, e come quello versione moderna di un altro classico di Jules Verne, Viaggio nell’isola misteriosa non cambia nei toni pseudo-avventurosi in questo secondo capitolo, dove a guidare nelle avventure il nostro giovane protagonista Sean Anderson non c’è più la figura del padre un po’ imbambolato Brendan Fraser, ma il testosterone del patrigno Dwayne Johnson. E come in quel caso anche stavolta non manca il 3D. In fondo, questa nuova avventura dell’adolescente Sean, diretta da Brad Peyton, compie il suo dovere perché tiene fede al filone e guarda con un occhio al passato letterario e cinematografico, adottando gli schemi narrativi delle storie d’avventura. Così nel film ci sono proprio tutti gli ingredienti del genere, dalla comicità dei caratteristi alla storiella d’amore, dai mostri e a un romanticismo spiccio.

L’opera risulta, in questo modo, profondamente contemporanea nella confezione finita perché possiede in tal senso tutti i difetti cinematografici di un qualcosa congegnato a tavolino per un pubblico dal target pre-adolescenziale e così le battute lasciano il tempo che trovano, le storie restano in superficie e sono prive dei vari sottotesti dei classici a cui fanno riferimento. Con alcune aggiunte che però migliorano leggermente il tiro, come The Rock, che si misura con un mostro sacro della recitazione come Michael Caine (stavolta non così in forma). I puristi del cinema potrebbero arricciare un po’ il naso di fronte a questa affermazione, ma Johnson in Viaggio nell’isola misteriosa abbandona il ruolo di duro per ironizzare su se stesso e sulla sua fisicità costruendo il personaggio del simpaticone e del tenerone a costo persino di sembrare volutamente ridicolo. Il wrestler americano evidentemente, come Vin Diesel in Missione tata o Prova a incastrarmi, pur a un livello nettamente inferiore, vuole dimostrare di non essere solo tutto muscoli ma di avere anche un po’ di cervello e di maturità. Tutto il resto lascia il tempo che trova: il suo Hank vuole a tutti i costi costruire un rapporto con il figliastro, che viceversa – come da manuale – non ha accettato il nuovo matrimonio della madre (Kristin Davis, la Charlotte bacchettona di Sex and the City). Si sa come andrà a finire. Tutto già visto, ma guardabile.

ERMINIO FISCHETTI

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