Postcard from the Zoo

17/02/12 - Poetico racconto di formazione, in concorso alla Berlinale 2012, su una ragazza cresciuta in uno zoo di Jakarta, tra giraffe, elefanti e tigri.

Dalla nostra inviata Daria Pomponio

Ci sono film che sembrano fatti apposta per compiacere il pubblico festivaliero. Hanno uno stile “arty”, splendide immagini, narrazione rarefatta, ritmo contemplativo. È il caso anche di Postcards from the Zoo di Edwin – per l’appunto in concorso alla Berlinale – pellicola nata proprio dalla sinergia finanziaria che ha coinvolto, tra gli altri, anche il Torino Film Fund, il Sundance Institute e il fondo in dotazione al Festival di Goteborg.

Completamente girato in un’unica location, ovvero lo zoo di Jakarta, il film del regista indonesiano racconta la storia della piccola Lana, abbandonata dal padre allo zoo e ivi cresciuta tra gabbie, animali e veterinari. Oramai adolescente, Lana si occupa delle bestie nutrendole e cercando di stringere con loro un legame. Quando arriva un fascinoso mago travestito da cowboy, la ragazza decide di seguirlo, ma si ritroverà presto sola, in seguito alla sparizione di lui in una nuvola di fumo. Finirà allora per trovare lavoro in una sala per massaggi. Elegante e poetico, Postcards from the Zoo è un film sull’abbandono e sul desiderio di instaurare un contatto con l’altro. Il sogno di Lana è infatti quello di riuscire ad accarezzare la pancia della restia giraffa, mentre il suo lavoro nella sala massaggi sembra la logica prosecuzione della sua vita nello zoo: è passata dall’accudire le bestiole al prendersi cura degli esseri umani. Per rendere più chiara questa metafora, l’autore ha inserito di quando in quando delle didascalie con termini etologici o zoologici riferibili anche all’uomo, come cattività, “in situ”, sovrappopolazione e così via. La struttura narrativa, come ci rivela il titolo stesso è basata sulla paratassi di tante graziose cartoline visive. Ogni scena è infatti indipendente dalle altre e rivela una ossessiva ricerca della bellezza. Il risultato è a tratti stucchevole: bella è la bambina così come la sua versione adulta, elegante ed aggraziata la giraffa, splendide le gocce d’acqua che cadono nel laghetto degli ippopotami. Insomma, lo spettatore è sopraffatto dall’estetismo, al punto da diventarne del tutto insensibile. Non si riesce a distogliere il pensiero dall’impressione di assistere a un poetico spot pubblicitario dello zoo di Jakarta.