Far East

Fino al 28 aprile, va in scena a Udne la 14esima edizione del festival dedicato al cinema dell'Estremo Oriente: retrospettiva sul cinema coreano anni '70, il nuovo film di Johnnie To e una serie di anteprime, tra cui il peplum giapponese Thermae Romae.

Sarà in scena fino al 28 aprile a Udine il Far East, l’appuntamento più atteso per gli appasionati del cinema dell’Estremo Oriente, ma non solo. Il festival ideato da Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche è infatti un appuntamento obbligatorio per chiunque voglia avvicinarsi alle differenti culture asiatiche: il cinema popolare di quei paesi – che viene proiettato nei gioni della kermesse – è strumento indispensabile per conoscere quelle culture e dunque per aprire gli orizzonti culturali della nostra Italia, troppo spesso tentata da un pericoloso ritorno all’ “autarchismo”. E’ quantomai importante perciò ritrovarsi ancora una volta qui al festival e sapere che – nonostante i vari tagli economici, ormai quasi endemici – si riesca ad andare avanti, a proporre ancora una selezione che – nello sguardo rivolto al lontano Oriente – non ha eguali in Europa.
Quest’anno a fare la parte del leone della programmazione è la Corea del Sud, a partire dai 10 film selezionati per la retrospettiva (The Darkest Decade – Korean Filmmakers in the 1970s), cui si aggiungono altri 10 titoli in concorso (9 realizzati nel 2011 e uno quest’anno). Tra gli altri, suscitano curiosità: Moby Dick di Park In-jae, rilettura del romanzo di Melville, dove il capitano Achab diviene un reporter in cerca di una balena-scoop giornalistico e The Front Line, film di guerra diretto da Jang Hun, in cui si riflette ancora volta sul nodo scoperto della Corea del Novecento, la guerra tra Nord e Sud.
Dal canto suo, il Giappone – a poco più di un anno di distanza dalla catastrofe di Fukushima – è avviato verso una faticosa rinascita (nel 2011 il mercato in sala ha subito un tracollo del 18% rispetto al 2010) e qui al festival sono stati selezionati 11 titoli, tra cui il cortometraggio The Future of Children in Fukushima di Ryuichi Hiroki e – su un versante comico – il peplum nippo-romano Thermae Rome. Diretto da Hideki Takeuchi, il film è tra i più attesi del festival, vista la stramba commistione di cultura giapponese e romana, attraverso l’idea delle terme, dei bagni pubblici (vittima di un paradosso spazio-temporale, un antico romano si ritrova catapultato nel Giappone contemporaneo). Tra l’altro Thermae Rome è uno dei fiori all’occhiello della programmazione, visto che si tratta di un’anteprima mondiale. Uscirà in Giappone il 28 aprile e – considerando che alcune sequenze sono anche girate a Cinecittà – non è azzardato immaginare una distribuzione italiana, magari proprio dalla Tucker Film, la società legata al Centro Espressioni Cinematografiche di Udine, cui fa riferimento anche l’organizzazione del Far East.
Le tre Cine – la Cina continentale, Hong Kong e Taiwan – sono rappresentate in questa edizione del festival da un totale di 23 film, di cui ben 14 provenienti da Hong Kong. Dall’ex colonia inglese arrivano addirittura tre film diretti da Pang Ho-cheung, un habitué del festival friulano (i tre titoli sono Love in a Puff, Love in the Buff e Vulgaria). Ma per l’occasione torna a Udine anche il regista hongkonghese Johnnie To che, prima ancora di essere vezzeggiato dai più importanti festival (da Venezia a Berlino a Cannes, dove nel 2009 ha presentato Vengeance con Johnny Hallyday), deve il suo successo internazionale – e in particolare occidentale – proprio al Far East. Maesto dell’action, To si misura talvolta anche nella commedia, come accade nel film che presenta quest’anno, Romancing in Thin Air.
Forse il vero scotto al taglio dei fondi il festival lo paga nella rappresentazione delle cinematografie “minori”, cui pure negli anni scorsi sembrava mostrare un sempre maggiore interesse (è del 2011 ad esempio la presentazione del primo film mongolo selezionato in una kermesse occidentale, Operation Tatar di Baatar Bat-Ulzii). Tra i pochi titoli indonesiani, singaporegni e malesi, sorprende però soprattutto notare come ci sia in programma un solo film thailandese, It Gets Better di Tanwarin Sukkhapist.